martedì 31 gennaio 2012

Inceneritore nella Piana, Quadrifoglio ed Hera presentano il progetto prima che i Consigli Provinciali abbiano discusso e approvato il Piano Interprovinciale dei rifiuti, prima della realizzazione della valutazione di impatto ambientale e sanitario: una scelta grave e irrispettosa verso il percorso di consultazione avviato con i comitati e associazioni che hanno presentato proposte alternative all'incenerimento, verso le assemblee consiliari che devono ancora pronunciarsi

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Quadrifoglio ed Hera venerdi 27 gennaio 2012, in una conferenza stampa hanno presentato il nuovo inceneritore di Case Passerini, hanno annunciato con dovizia di particolari  le dimensioni e le caratteristiche dell'impianto, le previsioni di spesa con tanto di banche finanziatrici (Intesa e MPS), i tempi di costruzione nonché il nome della NewCo che dovrà costruire e gestire l'impianto stesso, ancora prima che i Consigli Provinciali di Firenze-Prato-Pistoia abbiamo avviato la procedura di discussione, adozione e approvazione del Piano InterProvinciale Rifiuti, previsto da apposita Legge Regionale del 2007 e prima di realizzare la VIA (prevista per legge) e la VIS, richiesta da un ampio schieramento di forze sociali e istituzionali.

Sosteniamo il comunicato del Coordinamento dei Comitati dell'Ato Toscana Centro, Coordinamento,  dei Comitati della Piana FI PO PT e Medicina Democratica

L'INCENERITORE DI CASE PASSERINI NON S’HA DA FARE
UN GIGANTESCO SEPOLCRO AL BUON SENSO FIRMATO DA GAE AULENTI.
IL BEL NOME DELL’ARCHISTAR POTEVA ESSERE A SERVIZIO DI UNA BEN PIÙ NOBILE CAUSA

E' molto grave che si preannunci una data di inizio dei lavori per l'inceneritore di Case Passerini senza ancora avere fatto lo studio di impatto ambientale. Infatti  Quadrifoglio ed il suo partner HERA devono ancora ottenere dalla Provincia pronuncia positiva di VIA (Valutazione di Impatto Ambientale), prima di iniziare – eventualmente - i lavori. La VIA prevede di verificare la compatibilità ambientale dell'impianto e le alternative meno pericolose per lo smaltimento dei rifiuti, ivi compresa l'alternativa zero impianti di incenerimento, come prevede la normativa e come dimostrerà “Alter Piano” (piano Alternativo) per la gestione dei rifiuti del Coordinamento ATO Toscana Centro di prossima presentazione .
 E' molto grave perché questo sta ad indicare la tendenza (come già è accaduto in sede di pianificazione), ad una decisione precostituita, a prescindere dai risultati dell’istruttoria che si aprirà sulla VIA. Questo mette in discussione l'autonomia e l’imparzialità degli uffici provinciali dal decisore politico, quando dovranno effettuare la valutazione finale sull’impatto dell’inceneritore. 
Il clima creato dall’amministrazione provinciale e dai proponenti l’impianto richiede che sul procedimento di VIA venga esercitato un forte controllo da parte dell'opinione pubblica sull'operare dell’Amministrazione. 
 E' molto grave che mentre sono in calendario nei prossimi giorni audizioni del Consiglio Provinciale, riguardanti i piani alternativi dei comitati della Piana FI-PO-PT e del Valdarno, le decisioni siano già state prese.
E' molto grave che l'ATO Toscana centro, ignorando ogni approccio di precauzione, voglia costruire l'inceneritore di Case Passerini che esporrà i cittadini a sostanze cancerogene e mutagene con un rischio tanto inutile quanto evitabile. Tutti sanno che anche gli inceneritori moderni sottopongono le popolazioni ad un'esposizione prolungata di metalli pesanti, diossine e particolato ultrasottile, tutte sostanze che sono pericolose per la salute anche se in quantità piccolissime, infatti sono definite dalla letteratura scientifica ‘a tolleranza zero’.
Lo studio Moniter, che è costato nel 2007 alla Regione Emilia-Romagna oltre 3 milioni di euro per indagare gli effetti sanitari e ambientali degli inceneritori di HERA presenti sul suo territorio, ha ancora una volta dimostrato, nonostante limiti metodologici, precisi segnali di allarme e ricadute negative per la salute delle popolazioni esposte come: eccesso di linfomi Non Hodgkin a Modena, aumento di rischio di nascite pretermine e possibili aumenti di rischio tanto per patologie tumorali che non tumorali, per di più coerenti con altre segnalazioni emerse in letteratura(vedi comunicato stampa ISDE-Ulteriori considerazioni sullo studio Moniter- del 23/01/2012).
 E’ molto grave che da un punto di vista economico si prevedano già costi tariffari di 165 euro a tonnellata, mentre in altri contesti nazionali questi sono costi assai inferiori. Lo stesso impianto, che secondo il piano industriale sarebbe dovuto costare 100 milioni di euro, adesso è stimato a 135 milioni. Ciò evidenzia ancora una volta che i costi per i cittadini e per le imprese sono destinati ad aumentare. A questo si dovranno poi aggiungere gli oneri finanziari che le banche imporranno. 
L'incenerimento dei rifiuti, non è inevitabile come ci vogliono far credere: va abbandonato e sostituito,in linea con le più recenti indicazioni dell’Unione Europea, con pratiche vantaggiose sul piano economico e meno impattanti sull’ambiente e sulla salute delle popolazioni direttamente e indirettamente esposte, quali il riciclo dei materiali e il recupero integrale di materia con tecnologie a freddo. 
Alter Piano, il piano per la gestione dei rifiuti dell'ATO Centro recentemente elaborato dai comitati, mostra come si può gestire quel 40% di rifiuti che rimane dopo le raccolte differenziate, senza ricorrere all'incenerimento, senza aggiungere altri inutili fattori di pressione ambientale per le popolazioni, senza incidere sui bilanci familiari e su quelli delle imprese per i prossimi venti anni.
A breve presenteremo il nostro piano alternativo, mobiliteremo i cittadini contro questa decisione scellerata e inizieremo azioni di boicottaggio nei confronti delle banche che finanzieranno l’inceneritore.
La partita  è aperta più che mai ! 

Coordinamento dei comitati della Piana FI-PO-PT
Coordinamento ATO Toscana Centro
Medicina Democratica-Firenze

RIFIUTI, C'E' UN PIANO ALTERNATIVO: SENZA INCENERITORI E' POSSIBILE

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Laboratorio per un'altra San Casciano-Rifondazione Comunista sostiene e aderisce al Piano Alternativo per la gestione dei rifiuti nelle provincie di Firenze Prato Pistoia presentato dal Coordinamento dei Comitati Ato Toscana Centro.

Il  Piano Interprovinciale dei Rifiuti, già approvato dalle Giunte provinciali di Fi PO PT, conferma la decisione politica di puntare tutto sugli inceneritori.
Perfettamente allineata a queste posizioni l'Amministrazione di San Casciano già nel luglio scorso aveva respinto in consiglio comunale una nostra mozione con la quale chiedevamo una revisione completa del piano, partendo dalla cancellazione dell'inceneritore di Testi, a favore invece della centralità della riduzione dei rifiuti e dell'investimento delle risorse economiche nel ciclo del riuso e riciclo della materia. La maggioranza ci accusò di non portare soluzioni realistiche e di mancare di senso di responsabilità: niente di più falso. In quella come in molte altre occasioni abbiamo sempre fatto proposte concrete, tecnicamente controllabili e con dati certi. Il problema dei nostri amministratori è che sono incatenati a vecchie logiche e non hanno il coraggio e la determinazione per cambiare.
Prova ne sia il piano interprovinciale approvato dalle giunte provinciali. Il Piano ripropone ancora un modello vecchio di sviluppo socioeconomico in cui c’è sempre alla fine l’incenerimento e la discarica, pratica inutile e dannosa per salute e per l’ambiente e che incentiva lo spreco di materie prime, sempre più scarse, e di fonti energetiche non rinnovabili, in aperta violazione delle direttive europee che danno priorità assoluta al recupero dei rifiuti, non alla loro combustione. 
Vengono confermati quattro inceneritori. Rimane la previsione dell'impianto a Testi, la cui realizzazione potrebbe eventualmente essere messa in discussione solo se saranno raggiunti gli obiettivi di raccolta differenziata previsti. Parole rassicuranti? Niente affatto,  le scelte concrete tendono alla realizzazione  di tutti gli impianti, Testi compreso, visto che  l'85% degli investimenti del Piano sarebbe assorbito dallo sviluppo del ciclo complessivo dell'incenerimento, che la fusione Safi-Quadrifoglio, alla quale ci siamo sempre opposti, detta ai comuni condizioni capestro  finalizzate a rendere ineluttabile la realizzazione dell'impianto a Testi, che il gestore Quadrifoglio Spa non incentiva la pianificazione in area vasta del  porta a porta,  limitandosi a interventi a macchia di leopardo come a San Casciano (azione di per se stessa positiva che va potenziata ed estesa).
Nelle scorse settimane il Coordinamento dei Comitati dell'Ato Toscana Centro ha presentato alla cittadinanza e alle istituzioni un piano alternativo. Una proposta organica e concreta, in sintonia  con le direttive comunitarie, per una gestione dei rifiuti rispettosa della salute e dei territori, utile e vantaggiosa sotto il profilo economico, per lanciare progetti a sostegno dell'economia e dell'occupazione, in un momento di crisi che non ha uguali nella storia recente del paese: zero combustione (nessun inceneritore), tutti gli investimenti  economici nei centri di recupero e riciclo dei materiali, negli impianti a freddo  per la chiusura del ciclo di trattamento, nella raccolta porta a porta in tutti i comuni, con tariffazione per incentivare economicamente i cittadini, imprese e comuni virtuosi.
Noi sosteniamo questa proposta e favoriremo il coinvolgimento e la partecipazione dei cittadini nel percorso decisionale che ci troviamo davanti. Vediamo se i nostri amministratori, a ogni livello, sapranno confrontarsi con questa  prospettiva concreta e lungimirante, in ogni caso non potranno più dire che non c'è un'alternativa percorribile.

lunedì 30 gennaio 2012

Alterpiano, il piano alternativo per la gestione dei rifiuti

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Il gruppo consiliare dà la sua adesione all'Alterpiano per la gestione dei rifiuti elaborato dal Coordinamento dei Comitati dell'Ato Toscana Centro.

Ecco la sintesi di Alterpiano, piano a combustione zero elaborato dal Coordinamento dei Comitati ATO Toscana Centro in alternativa al Piano Interprovinciale per la gestione dei rifiuti.


Leggi il documento di sintesi

domenica 29 gennaio 2012

Napoli 28 gennaio 2012 Forum dei comuni per i beni comuni

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UN INCONTRO PER LA DIFESA DEI BENI COMUNI, FONDAMENTO IRRINUNCIABILE DEI DIRITTI, MA ANCHE PILASTRO DELLA DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA.


BENI COMUNI IN RETE
di Paolo Cacciari

E’ nata la rete dei comuni per i beni comuni. Dal basso e dal sud. E forse non è un caso. Promotori e garanti i sindaci di Napoli, Bari, Cagliari e il presidente della Puglia. Battesimo di folla, sabato scorso, al teatro Politeama, gremito di  amministratori locali, ma soprattutto di associazioni, comitati, gruppi di cittadinanza attiva che in ogni parte di Italia costituiscono quella galassia di movimenti che uno studioso americano (Paul Hawken) ebbe a definire “moltitudine irrequieta”, unico antidoto alla crisi di civiltà che sta attraversando l’emisfero occidentale. De Magistris in conclusione ha voluto nominare i più noti: Forum dell’acqua,  No Tav, No Dal Molin, Chiaiano e anti-inceneritori, No Ponte, Teatro Valle, ma anche donne sempre più discriminate e relegate nel lavoro domestico disconosciuto, operai colpiti nei diritti sindacali alla Fiat e non solo, giovani precari, immigrati.
Bussola puntata sui beni comuni. Una nozione che comincia ad avere un consistente spessore teorico (grazie ai lavori di giuristi della “scuola” di Rodotà) oltre che una facile percezione di massa. Si pensi ai commons movements che in questi giorni sono di nuovo impegnati contro i tentativi dei motori di ricerca di filtrare internet. Beni comuni a vocazione sociale, indispensabili e insostituibili, funzionali all’esercizio dei diritti fondamentali delle persone. Categorie dell’essere (se stessi in connessione con gli altri) e non dell’avere, del possedere, dell’accumulare, del competere. In molti pensano che il nuovo paradigma dei beni comuni possa essere capace di fare riprendere il largo alla flottiglia  delle tante (troppe, secondo alcuni) aggregazioni che fanno riferimento alla sinistra, all’ambientalismo, alla società civile. Molti altri pensano che i beni comuni possano avere la forza di superare gli stereotipi tradizionali di destra e sinistra, perché supera la dicotomia tra pubblico e privato, tra stato e mercato, tra sovranità statuale e proprietà privata (Ugo Mattei l’ha scritto nel suo Beni comuni. Un manifesto, Laterza, 2011). Ci sarà da ragionare (si pensa già ad una “festa dei beni comuni” in primavera a Bari), ma a partire dalle esperienze concrete di riconoscimento di massa dei beni comuni, di vertenzialità “conflittuale e gioiosa” per sottrarli alle logiche perverse del mercato, di gestione alternativa partecipata “non profit”, stabilendo tanto il diritto all’accesso, quanto il dovere civico di prendersi cura di loro.
L’avvenimento di Napoli può essere letto in vari modi. L’inizio di una sacrosanta mobilitazione a difesa dei comuni contro il taglio dei trasferimenti finanziari, un “patto di disubbidienza contro il patto di stabilità” (Realfonzo) e alle norme anti-costituzionali che impongono la dismissione forzata e la privatizzazione obbligatoria dei servizi pubblici locali, anche quelli che non provocano deficit ma creano benessere e coesione nelle comunità locali (Massimo Zedda). Un “patto federativo” tra comuni per far rispettare i risultati del referendum e per lanciare una Carta europea per i beni comuni. L’avvio di laboratori urbani e metropolitani, in tutta Europa (Vendola), comuni tra amministratori e movimenti per sperimentare un nuovo modo di governare più democratico perché più e meglio connesso ai cittadini informati, consapevoli, critici (Paul Ginsbourg). Cominciando a modificare gli statuti comunali per cambiare in profondità i processi decisionali. Il lancio di una proposta politica a tutto campo, un “progetto politico per cambiare non solo i municipi, ma il paese” (De Magistris), liberandolo dall’asfissiante  monopolio della rappresentanza esercitato da partiti sempre più prigionieri dei ricatti dei gestori della grande finanza. Fino ad immaginare già per la prossima scadenza elettorale nazionale del 2013 la creazione di un soggetto politico radicalmente nuovo nelle forme e nelle modalità d’azione. Insomma una  rivoluzione che non ha paura di essere e di dichiararsi tale. Una aggregazione non per sommatoria delle formazioni politiche esistenti  (De Magistris),  libera dalla malattia del leaderismo (Alberto Lucarelli), libera dalla dominazione maschile (Nicoletta Perotta), capace di mobilitare i desideri (Emiliano) e di creare un po’ di entusiasmo, che non va mai male.

giovedì 26 gennaio 2012

Solidarietà agli arrestati e agli incriminati No Tav

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Cremaschi: "Solidarietà agli arrestati e agli incriminati No Tav, tra essi un dirigente della Cgil"

Esprimiamo piena solidarietà agli arrestati e agli incriminati per aver partecipato al movimento No Tav in Valle Susa.

Quello che è stato realizzato è un atto repressivo inaccettabile, che colpisce semplicemente manifestanti di tutti i tipi e di tutte le appartenenze, dai giovani dei centri sociali ai consiglieri comunali, dai pensionati ed invalidi a dirigenti della Cgil, come il compagno Giuseppe Tiano della Filctem di Cosenza, incriminato anch'egli.

Non è così che si affrontano le proteste democratiche e le questioni sociali. Non con la militarizzazione del territorio, nè con la sordità istituzionale, accompagnata dalle misure repressive. Nulla avviene mai a caso, e se questa ondata di arresti significa che di fronte alla crescente protesta sociale del paese per la crisi drammatica che stiamo attraversando, si vuole reagire con misure legge-ordine, bene, questa è una ragione in più per sostenere le lotte e le mobilitazioni e per esprimere solidarietà agli incriminati.

Invitiamo al massimo di partecipazione a tutte le iniziative di solidarietà e di mobilitazione che si svolgeranno nei prossimi giorni, al fianco del popolo della Valle Susa, al fianco degli arrestati.

lunedì 23 gennaio 2012

Il governo Monti fa marcia indietro:la ripubblicizzazione dell'acqua è possibile

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Il Governo Monti fa marcia indietro: la ripubblicizzazione dell'acqua è possibile
La mobilitazione paga: il popolo dell'acqua ha costretto il Governo a ritirare il provvedimento che vietava la gestione del servizio idrico attraverso enti di diritto pubblico, quali le aziende speciali.
È una vittoria dei cittadini e dei comitati che in tutto il paese hanno fatto sentire forte la loro voce in difesa del voto referendario.
Rimane ampiamente negativo il giudizio del Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua sul decreto liberalizzazioni che, a dispregio voto del giugno scorso, peggiora le già pessime misure del precedente Governo sulla privatizzazione degli altri servizi pubblici locali.
La mobilitazione del popolo dell'acqua continua per la piena attuazione del risultato referendario: avanti tutta con la ripubblicizzazione del servizio idrico e la campagna di obbedienza civile per una tariffa corretta e coerente coi referendum. Si scrive acqua, si legge democrazia.

Roma, 20 gennaio 2012
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Anche in Toscana la mobilitazione è servita
GRAZIE A TUTTI
Forum Toscano dei Movimenti per l'Acqua
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venerdì 13 gennaio 2012

Appello "Giù le mani dall'acqua e dalla democrazia"

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Come consigliere comunale di Laboratorio per un'altra San Casciano-Rifondazione Comunista e per il gruppo consiliare ho firmato l'appello lanciato ieri dal Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua. Mi pare una prima iniziativa per difendere il risultato referendario messo a rischio dai progetti di liberalizzazione del governo Monti.
Di seguito il testo integrale dell'appello

Il 12 e 13 giugno scorsi 26 milioni di donne e uomini hanno votato per l’affermazione dell’acqua come bene comune e diritto umano universale e per la sua gestione partecipativa e senza logiche di profitto. Le stesse persone hanno votato anche la difesa dei servizi pubblici locali dalle strategie di privatizzazione: una grande e diffusa partecipazione popolare, che si è espressa in ogni territorio, dimostrando la grande vitalità democratica di una società in movimento e la capacità di attivare un nuovo rapporto tra cittadini e Stato attraverso la politica.
Il voto ha posto il nuovo linguaggio dei beni comuni e della partecipazione democratica come base fondamentale di un possibile nuovo modello sociale capace di rispondere alle drammatiche contraddizioni di una crisi economico-finanziaria sociale ed ecologica senza precedenti. A questa straordinaria esperienza di democrazia il precedente Governo Berlusconi ha risposto con un attacco diretto al voto referendario, riproponendo le stesse norme abrogate con l’esclusione solo formale del servizio idrico integrato. 
Adesso, utilizzando come espediente la precipitazione della crisi economico-finanziaria e del debito, il Governo guidato da Mario Monti si appresta a replicare ed approfondire tale attacco attraverso un decreto quadro sulle strategie di liberalizzazione che vuole intervenire direttamente anche sull’acqua, forse addirittura in parallelo ad un analogo provvedimento a livello di Unione Europea che segua la falsariga di quanto venne proposto anni addietro con la direttiva Bolkestein. In questo modo si vuole mettere all’angolo l’espressione democratica della maggioranza assoluta del popolo italiano, schiacciare ogni voce critica rispetto alla egemonia delle leggi di mercato ed evitare che il “contagio” si estenda fuori Italia.

Noi non ci stiamo. 

L’acqua non è una merce, ma un bene comune che appartiene a tutti gli esseri viventi e a nessuno in maniera esclusiva, e tanto meno può essere affidata in gestione al mercato.  I beni comuni sono l’humus del legame sociale fra le persone e non merci per la speculazione finanziaria. Ma sorge, a questo punto, una enorme e fondamentale questione che riguarda la democrazia: nessuna “esigenza” di qualsivoglia mercato può impunemente violare l’esito di una consultazione democratica, garantita dalla Costituzione, nella quale si è espressa senza equivoci la maggioranza assoluta del popolo italiano.

Chiediamo con determinazione al Governo Monti di interrompere da subito la strada intrapresa. 
Chiediamo a tutti i partiti, a tutte le forze sociali e sindacali di prendere immediata posizione per il rispetto del voto democratico del popolo italiano.
Chiediamo alle donne e agli uomini di questo paese di sottoscrivere questo appello e di prepararsi alla mobilitazione per la difesa del voto referendario.

Oggi più che mai, si scrive acqua e si legge democrazia.

Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua


 

San Casciano Val di Pesa • Gruppo consiliare Laboratorio per un’Altra San Casciano - Rifondazione Comunisti Italiani