mercoledì 28 luglio 2010

Unione dei Comuni: il Consiglio Comunale di San Casciano vota il Protocollo d'Intesa con i Comuni di Tavarnelle, Barberino e San Casciano.

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Il Protocollo è stato votato ed approvato a maggioranza durante la seduta del Consiglio Comunale del 23 luglio.
Laboratorio per un'altra San Casciano-Rifondazione Comunista ha espresso un voto di astensione.
In linea di principio non siamo contrari a strumenti che possono essere utili per migliorare l'efficienza, la funzionalità e la qualità dei servizi che vengono offerti ai cittadini. Valutare se, nel nostro contesto territoriale, l'Unione dei Comuni rientri fra questi strumenti, è complesso.
Nessuno sapeva niente della volontà dell'Amministrazione di iniziare un processo di integrazione amministrativa con i comuni di Tavarnelle e Barberino che in questi giorni hanno ratificato l'Unione fra le due Amministrazioni. La delibera è arrivata al voto in Consiglio Comunale a San Casciano in una settimana, troppo poco per approfondire il percorso che l'Amministrazione intende fare e le finalità che si vogliono raggiungere. Il testo stesso del documento non è altro che l'atto relativo alla ratifica dell'Unione dei comuni di Tavarnelle e Barberino al quale si è aggiunto una serie di impegni per San Casciano in merito alle gestioni associate. Nessun approfondimento per quanto riguarda l'unione dei comuni che in prospettiva rappresenta l'obiettivo che l'Amministrazione vuole raggiungere.
Le gestioni associate dei servizi sono un modello ormai consolidato e ampiamente utilizzato in Toscana, per l'Unione dei comuni non ci sono esperienze (Tavarnelle-Barberino è il primo caso in provincia di Firenze), se non quelle dovute alla trasformazione delle Comunità Montane.
Sulla scelta dell'unione dei comuni abbiamo forti dubbi. Non si tratta di una fusione, rimangono i consigli comunali, ovviamente il sindaco e la giunta. Si crea però una nuova struttura, un ente territoriale di 2° grado che non è eletto dai cittadini e comporta la nomina di “un super sindaco, una super giunta, un super consiglio”. Si appesantisce ulteriormente la struttura amministrativa. Di fatto da una parte si moltiplicano i livelli amministrativi e i centri decisionali, riducendo per il cittadino la possibilità di controllo e di chiaro riferimento rispetto “a chi fa che cosa”; dall'altra abbiamo i consigli dei singoli comuni che rimangono le uniche istituzioni rappresentative della volontà popolare e che sono sempre più sviliti a un ruolo di “ratificatori” di decisioni che vengono prese in altre sedi.
Questo non vuol dire che un comune possa e debba essere autonomo nell'erogare ogni tipologia di servizio, ma è indispensabile garantire sia una verifica complessiva degli strumenti che si vogliono utilizzare, sia le forme del controllo e della trasparenza. Da qui le nostre perplessità, alle quali dobbiamo aggiungere l'incertezza sulla normativa nazionale di riferimento e l'impossibilità di provare i vantaggi nel lungo periodo di una maggiore economia di scala.

domenica 25 luglio 2010

La risposta in Consiglio Comunale alla nostra interrogazione sui possibili aumenti della tariffa dell'acqua

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Dopo l'interrogazione presentata in Consiglio Comunale, rimangono tutti i nostri dubbi: l'aumento gravissimo dei costi è stato motivato dal Sindaco con la necessità di intervenire per la bonifica dell'area interessata dal passaggio del collettore, nella quale è stata rinvenuta una discarica di rifiuti speciali riconducibili all'alluvione del '66. È stato chiesto di far rientrare il maggior costo nelle previsioni del Piano di Ambito; ovviamente gli eventuali aumenti saranno omogenei su tutto l'Ato3.

Come gruppo consiliare abbiamo confermato la nostra netta opposizione all'attuale “sistema di gestione integrata dell'acqua”, che tramite la privatizzazione mercifica un bene comune, un diritto primario inalienabile, che non garantisce in nessun modo un controllo reale dell'operato del gestore, che genera quindi distorsioni (chi controlla, chi decide realmente?), che scarica sulle amministrazioni pubbliche o sui cittadini i costi aggiuntivi, senza neanche che le responsabilità di quanto avvenuto siano certe. Abbiamo chiesto al Sindaco di esercitare il suo ruolo di controllo in sede di Ato, a garanzia dell'interesse dei cittadini. Perchè, ad esempio, ci chiediamo, l'Ato non verifica se vi siano responsabilità da parte di Publiacqua per non aver rilevato, in sede di predisposizione del progetto inerente l'opera in questione, la presenza della discarica di rifiuti?

venerdì 23 luglio 2010

Collettore di San Colombano, quale futuro per le bollette?

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Il Nuovo Corriere di Firenze, 23 luglio 2010


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La rivoluzione dell'acqua

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Un milione e quattrocentomila donne e uomini che sottoscrivono i tre referendum per la ripubblicizzazione dell’acqua rappresentano una piccola grande rivoluzione.
Come tale, provoca immediato spavento nei poteri forti e in un quadro politico-istituzionale non avvezzo all’idea che possa esistere una soggettività sociale capace di prendere  parola e di progettazione autonoma.
Un primo tratto di questa rivoluzione risiede nel fatto che sul tema dell’acqua si è ormai costituito, per la prima volta dopo decenni, un vero e proprio movimento nazionale di massa.
L’Italia, come ciascuno può intuire anche ad un’ osservazione superficiale, è un Paese tutt’altro che pacificato : decine di conflitti attraversano il mondo del lavoro, la società e le realtà territoriali.
Sono esperienze dotate spesso di una fortissima radicalità ma al contempo di altrettanta frammentazione.
Dentro questo contesto, il movimento per l’acqua si colloca come una fertile anomalia : estremamente reticolare e radicato nei territori, su questo humus ha saputo costruire e vivificare nel tempo –dalla legge d’iniziativa popolare alla campagna referendaria, passando per due grandi manifestazioni nazionali- una forte vertenza nazionale, capace di incidere sull’agenda politica del Paese.
Il secondo tratto risiede nel non negoziabile contrasto con il pensiero unico del mercato : dopo due decenni di egemonia della cultura dell’impresa sulla società e la vita delle persone, il movimento per l’acqua costruisce una mobilitazione densa non per ottenere qualche riduzione del danno, bensì per affermare la totale fuoriuscita dell’acqua e dei beni comuni –essenziali alla vita- dal gorgo delle Società per Azioni comunque delineate. E per affermarne la riappropriazione sociale e una gestione pubblica e partecipata dalle comunità locali.
O la Borsa o la vita, per dirla senza perifrasi.
Il terzo tratto nasce dalla straordinaria domanda di democrazia e di protagonismo sociale che questo movimento ha messo in campo e ha saputo intercettare : le donne e gli uomini che hanno profuso energie, in ogni comitato nato nella più grande metropoli così come nel più piccolo paese di montagna, e i cittadini corsi a frotte a firmare affermano la straordinaria volontà di decidere tutte e tutti in prima persona su ciò che a tutti appartiene. Per la qualità della vita nel presente oggi e una possibilità di futuro per le future generazioni.
Da questo punto di vista, il referendum è uno strumento ma anche un fine in sé, in quanto afferma il principio che su beni essenziali alla vita come l’acqua nessuna delega è autorizzata e la decisione deve appartenere a tutte e tutti.
Da ultimo, ma non per importanza, emerge il tratto di laboratorio di democrazia e partecipazione che il movimento per l’acqua ha saputo costruire in quasi un decennio di esperienza. Il costante rapporto fra locale e globale, l’approccio inclusivo verso le più diverse culture e provenienze, il metodo del consenso come elemento costitutivo di tutti processi decisionali fondamentali, hanno fatto di questa esperienza un interessante laboratorio di formazione collettiva, di saperi condivisi, di redistribuzione della conoscenza.
Un laboratorio perfettibile, ma sufficientemente attrezzato da consentire al movimento dell’acqua, a differenza di altri luoghi di costruzione dell’opposizione sociale e politica, di evitare una delle conseguenze più nefaste del degrado della politica : la nascita dei populismi, che, anche nelle loro versioni più avanzate, costruiscono appartenenza sull’elemento simbolico della personalizzazione.
Al contrario, nel movimento per l’acqua l’appartenenza nasce dalla condivisione del tema e di una piattaforma valoriale, culturale e politica che si fonda su obiettivi di radicale trasformazione della democrazia nel senso della partecipazione sociale.
Sono queste alcune delle caratteristiche che, nel determinare il successo della campagna di raccolta firme, mettono in campo un potenziale di cambiamento di grande fertilità sociale.
Un popolo che riprende collettivamente parola è molto più pericoloso di un popolo che cerca di volta in volta qualcuno a cui affidarsi.
Sarà un autunno caldo per la battaglia dell’acqua.
Sapremo rinfrescarci in primavera con una marea di SI alla riappropriazione sociale dell’acqua.

Marco Bersan
Attac Italia
fonte www.acquabenecomune.org/
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mercoledì 21 luglio 2010

Domanda di attualità sullo smaltimento delle ceneri del gassificatore di Testi

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Laboratorio per un'altra San Casciano-Rifondazione Comunista interroga il sindaco Pescini dopo le sue dichiarazioni rilasciate al settimanale Metropoli in merito all'utilizzo e smaltimento delle ceneri residuo della combustione dei rifiuti bruciati dal gassificatore di Testi

Domanda di Attualità

Avendo letto le dichiarazioni rilasciate dal Sindaco al settimanale Metropoli del 16 luglio 2010 in merito alla vicenda dell'esposto presentato dalle Associazioni Ambientaliste sullo smaltimento delle ceneri del gassificatore di Testi

Si domanda

Come tali affermazioni si concilino con le risposte di diverso tenore forniteci sulla stessa vicenda dalla Sua amministrazione in occasione della nostra mozione “Autorizzazione alla costruzione ed esercizio centrale turbogas di Testi: chiarimenti in merito alla demolizione silos contenenti ceneri provenienti dal gassificatore” discussa il 5 ottobre 2009.
Infatti in tale sede ci fu detto che le ceneri di combustione del gassificatore erano state utilizzate almeno in parte nella lavorazione del cemento al posto della pozzolana in quanto assimilabili a lignite, senza che Lei presente alla seduta smentisse tale dichiarazione.



Publiacqua: in arrivo per i cittadini di San Casciano e di tutto l'Ato 3 Medio Valdarno nuovi aumenti della tariffa?

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Laboratorio per un'altra San Casciano-Rifondazione Comunista interroga il Sindaco nella prossima seduta del Consiglio Comunale di San Casciano del 23 luglio.
Finalmente parte la realizzazione del collettore di San Colombano, il cosiddetto “fognone”, opera molto importante per l'area fiorentina e per l'Arno.
Peccato che i lavori prendano il via con ben dieci anni di ritardo e che i costi nel frattempo siano lievitati dai 29 milioni di euro della previsione iniziale all'attuale di 70 milioni.
Si tratta di una vicenda preoccupante che provocherà gravi danni ai cittadini dei comuni dell'Ato 3 Medio Valdarno e quindi anche ai cittadini di San Casciano, in quanto le soluzioni possibili ad oggi sembrano essere o l'aumento della tariffa (bolletta più cara) o la riduzione degli investimenti previsti su tutti i comuni da parte di Publiacqua (meno servizi, meno manutenzione e interventi sulla rete idrica).
E' necessario fare immediata chiarezza e accertare le responsabilità dell'evidente slittamento dei tempi e del grave aumento dei costi.
L'Autorità di Ambito come ha svolto il proprio ruolo di controllore rispetto al gestore Publiacqua?
Come valutare l'operato di Publiacqua, soggetto responsabile dei lavori e del progetto?
E quale ruolo ha avuto in questa vicenda il Comune di San Casciano, tramite il Sindaco rappresentante del Comune nell'assemblea di Ato? Come sono stati salvaguardati gli interessi dei cittadini?
E' urgente che le Amministrazioni si impegnino per evitare che le conseguenze di questa grave situazione si scarichino sui cittadini.
Ancora una volta è evidente ciò che noi denunciamo da sempre: la gestione del sistema idrico “fa acqua” -è proprio il caso di dirlo- da tutte le parti!
Siamo in presenza di una società per azioni, Publiacqua, già privatizzata al 40%, che gestisce gli appalti come le pare, in assenza di una vera autorità di controllo capace di tutelare gli interessi pubblici e salvare l'acqua quale bene comune.
La deriva privatistica e aziendalistica che avrebbe dovuto portare efficienza e risparmi si dimostra ancora una volta per quello che è realmente: un sistema praticamente inaccessibile al controllo democratico dei cittadini, che permette al gestore non solo di ottenere profitti garantiti sulla tariffa caricando sulla bolletta un 7% a remunerazione del capitale investito, indipendentemente dalla qualità ed efficienza del servizio, ma anche di scaricare immediatamente sull'utenza gli eventuali “costi inattesi”. La vicenda del fognone di San Colombano è riprova di tutto questo.

lunedì 19 luglio 2010

Voto unanime contro il pedaggio sull'autopalio

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Il Nuovo Corriere di Firenze, 19 luglio 2010

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martedì 13 luglio 2010

Esposto sulle ceneri di Testi

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Il Nuovo Corriere di Firenze, 13 luglio 2010

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Testi, le ceneri smaltite finiscono in un esposto

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L'Unità, 13 luglio 2010

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lunedì 12 luglio 2010

I comitati spiegano le motivazioni dell'esposto sullo smaltimento delle ceneri del gassificatore

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IL COMUNICATO STAMPA

Il coordinamento delle associazioni ambientaliste del Chianti fiorentino ed il Comitato Chianti senza inceneritore hanno presentato un esposto presso la Procura di Firenze e ai NOE di Firenze concernente la vicenda delle ceneri del gassificatore di Testi, smaltite insieme ai silos che le contenevano dalla società  SACCI.
I FATTI
Nel luglio 2009 la Provincia di Firenze ha dato autorizzazione alla costruzione di un impianto a turbogas di 50 MW proposto dalla società Volta srl all’interno dell’area del cementificio SACCI.
Tale impianto, peraltro osservato dalle associazioni ambientaliste e oggetto di un ricorso al TAR, si viene a collocare all’interno dell’area del cementificio di proprietà di SACCI spa, area contigua all’impianto di gassificazione (ora non funzionante) di proprietà pubblica (della società SAFI)
Dalla Relazione per lo STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE prodotto da Volta srl nel giugno 2006 siamo venuti a sapere che alcuni degli edifici in disuso appartenenti al vecchio cementificio sarebbero stati demoliti per fare spazio alla Centrale e che tra questi erano compresi dei silos pieni di ceneri provenienti dal gassificatore ora in disuso. La capacità di questi silos era di almeno 8000 mc per cui si parla di una quantità significativa di CENERI DA COMBUSTIONE DI CDR SICURAMENTE INQUINANTI, forse tossico-nocive
Dalla relazione si evinceva anche che il cls rimasto a contatto con sostanze fortemente contaminanti (1600 mc circa su 10.000 totali) sarebbe stato frantumato in sito e spianato a fare fondazioni, con possibile rischio di contaminazioni da infiltrazione di acque sotterranee.
Tale punto sulla presenza di ceneri da gassificatore e sulle metodiche per il loro smaltimento SCOMPARE in tutti i successivi documenti per le procedure di VIA, variante urbanistica, etc. prodotti dall’azienda nel corso dell’iter autorizzativi della centrale a turbogas, e non risulta osservato né da Provincia né da Regione né da ARPAT per le rispettive competenze.
Le demolizioni, sono state il primo atto della edificazione del nuovo impianto, e quindi sarebbe stato importante controllare che non venissero frettolosamente compiuti atti o passaggi con implicazioni potenzialmente dannose per la salute pubblica.
Preoccupati per tale situazione, abbiamo proposto alle diverse forze politiche di Greve in Chianti e di San Casciano di fare chiarezza sulle procedure di BONIFICA E SMALTIMENTO DELLE CENERI nei consigli comunali, in virtù della prioritaria funzione di tutela della salute pubblica svolta dal sindaco. Abbiamo perciò proposto una INTERROGAZIONE, che fatta propria da alcune forze politiche è approdata ai due consigli comunali
Le risposte che abbiamo ottenuto ci sono parse elusive o addirittura contraddittorie con atti o documenti concernenti la pratica e da noi visionati.
Il Comune di Greve ci ha cortesemente fornito il materiale cartaceo a sua disposizione concernente il Piano di Investigazione redatto dagli arch. Orlandi e Bronzi e da tali documenti emerge:
1.che il piano di caratterizzazione dell’area sembra tralasciare alcuni inquinanti SICURAMENTE presenti nelle matrici acqua e terra (quali mercurio o PCDD) in quanto emessi negli anni dal camino del cementificio, emissioni in parte sicuramente collegate alla combustione di CDR nel cementificio.
2.in un succinto documento della SACCI si dichiara alla ditta Moscatelli (incaricata dell’abbattimento dei volumi) che i silos sono stati BONIFICATI dalle ditte DEMONT e TESECO, con conferimento del materiale polverulento (Ceneri dei rifiuti del gassificatore) e dell’ETERNIT in discariche autorizzate. Ciò non viene supportato da alcuna informazione riguardante le analisi di tali CENERI o le discariche utilizzate, o la tipologia di bonifica attuata sui silos
3.Nella Relazione Tecnica prodotta per la ditta Moscatelli da GEOSTUDIO si accenna a una metodica di frantumazione degli edifici che prevede la demolizione di quelli più bassi e la realizzazione con tali materiali delle rampe per arrivare ai silos con il risultato che il materiale derivante dalla demolizione dei silos (rimasti a contatto per anni con ceneri da rifiuti) sarebbe ovviamente stato miscelato con il resto dei materiali, senza separazione delle due matrici. Di più, i macchinari irrorano il materiale per impedire la dispersione polveri, e in questo avrebbero facilitato evidentemente la commistione e eventualmente la trasmigrazione degli inquinanti.
Insoddisfatti dalle risposte delle amministrazioni comunali abbiamo chiesto come COORDINAMENTO AMBIENTALISTA un incontro alla Provincia, Direzione Ambiente e gestione rifiuti, ufficio PO VIA AIA e ARIA. Tale incontro, tenutosi nel novembre 2009 ha visto la partecipazione sollecita di molti tecnici degli uffici provinciali. Da tale incontro sono emersi i seguenti dati:
1.Durante il piano di dismissione si deve attuare un piano di investigazione sulla base di un piano predisposto dai tecnici di SACCI (che hanno campionato il suolo) ma che alla data dell’incontro non risultava ancora APPROVATO tale piano di investigazione mentre le demolizioni erano già state eseguite)
2.Forse si sarebbe anche potuto separare il materiale dei silos dal resto, ma NESSUNO (tra le amministrazioni coinvolte) HA CHIESTO AGLI UFFICI PROVINCIALI DI PRESCRIVERLO
3.Nonostante che nella Relazione di Geostudio si parli di un recupero di circa 10.000 mc di materiale, risultava alla Provincia una autorizzazione alla ditta Moscatelli per soli 4500 tonnellate di materiale (2000 mc circa)
4.in un controllo della POLIZIA PROVINCIALE i materiali depositati nell’area di cantiere non collimavano con le quantità che dovevano esservi
L’incontro con la provincia ci ha lasciato comunque tutti i dubbi dai quali era partita la nostra azione, in quanto noi non sappiamo ancora alla data di oggi quante erano le ceneri del gassificatore, cosa contenevano, dove sono state smaltite, come è stata attuata la bonifica dei silos, quanti erano e dove sono finiti gli inerti derivanti, che cosa c’era in tali inerti, chi ha mai verificato (se qualche istituzione pubblica lo ha fatto) le autoanalisi eseguite da SACCI, soggetto che ha gestito le ceneri contenute nei silos.
Queste sono le ragioni di merito che ci hanno spinto a presentare l’esposto.
A queste si sommano anche altre considerazioni che noi traiamo dai fatti esposti, e che hanno concorso a spingerci a tale passo:
1.La combustione dei rifiuti (in questo caso il Gassificatore) produce comunque altri rifiuti, spesso più pericolosi, e diffonde gli inquinanti nell’atmosfera, e quindi non RISOLVE IL PROBLEMA
2.Queste vicende dimostrano quanto sarebbe pericoloso e poco controllabile un POLO DEI RIFIUTI PRIVATO-PUBBLICO quale quello che si delinea a Testi
3.I privati coinvolti nell’impresa (SACCI e la multinazionale TRAFIGURA sua socia in VOLTA srl) hanno un passato che non testimonia sulla loro piena affidabilità ambientale
4.La prima vittima di questi progetti di combustione dei rifiuti è spesso la trasparenza e la pubblicità degli atti
5.i controlli pubblici e sanitari evidentemente non sono stringenti come dovrebbero
Coordinamento Ambientalista del Chianti Fiorentino
(Rete toscana dei comitati per la difesa del territorio, Italia Nostra, Legambiente circolo “Il Passignano” Tavarnelle/San Casciano V.P., Legambiente circolo “Il Gallo Verde” Greve in Chianti, Medicina Democratica, WWF sezione toscana, Forum Ambientalista Toscano) Comitato Chianti senza inceneritore

luglio 2010

SMALTIMENTO DELLE CENERI DEL GASSIFICATORE DI TESTI: IL COORDINAMENTO DELLE ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE DEL CHIANTI PRESENTANO UN ESPOSTO ALLA PROCURA DI FIRENZE

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Alla Conferenza stampa di presentazione hanno partecipato Mauro Romanelli, consigliere regionale Federazione Sinistra/Verdi, Monica Sgherri, consigliere regionale Federazione Sinistra/Verdi, Paolo Stecchi, consigliere comunale di Greve in Chianti e la sottoscritta per il gruppo consiliare Laboratorio per un'altra San Casciano-Rifondazione Comunista.
ESPOSTO DEI COMITATI DEL CHIANTI SULLA VICENDA DELLE CENERI DEL GASSIFICATORE DI TESTI
Lunedì 12 luglio, alle ore 12:00, presso la sala stampa Montanelli del Consiglio Regionale della Toscana (Via Cavour, 4 – Firenze – 1° piano) il coordinamento delle associazioni ambientaliste del Chianti fiorentino ed il Comitato Chianti senza inceneritore presentano alla stampa l’esposto da loro depositato in Procura e ai NOE di Firenze concernente la vicenda delle ceneri del gassificatore di Testi, smaltite insieme ai silos che le contenevano, dalla società SACCI.
Una vicenda ambigua e contraddittoria sulla quale i comitati e le associazioni ambientaliste ricorrono alla giustizia per avere certezze e trasparenza.
all’incontro con la stampa saranno presenti:
Mauro Romanelli - Consigliere regionale Federazione Sinistra/Verdi
Monica Sgherri - Consigliere regionale Federazione Sinistra/Verdi
Lucia Carlesi - Consigliere comunale San Casciano
Paolo Stecchi - Consigliere comunale Greve in Chianti
Esponenti del Coordinamento Ambientalista del Chianti Fiorentino (Rete toscana dei comitati per la difesa del territorio, Italia Nostra, Legambiente circolo “Il Passignano” Tavarnelle/San Casciano V.P., Legambiente circolo “Il Gallo Verde” Greve in Chianti, Medicina Democratica, WWF sezione toscana, Forum Ambientalista Toscano) e del Comitato Chianti senza inceneritore.
Sono invitati i Comitati della piana.

domenica 11 luglio 2010

MALEDETTA SIA LA VOSTRA VIOLENZA

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Mercoledì a Roma la manifestazione dei comune del cratere è stata caricata dalle forze dell'ordine. Un vergognoso tentativo di intimidire chi da oltre un anno vive il dramma di non poter vivere nella propria città.

Sia maledetta la vostra violenza, la violenza dei vostri manganelli.
Mercoledì siamo scesi a Roma in migliaia, con la nostra voglia di vivere, la nostra determinazione, l'amore per la nostra terra, l'amore per il futuro della nostra terra. E abbiamo trovato i vostri maledetti manganelli, l'oscena violenza del vostro potere.
Manganelli maledetti, che sull'asfalto della Città Eterna hanno lasciato il nostro sangue, hanno ferito i nostri corpi per uccidere il nostro futuro. Ma noi non taceremo. La vostra maledetta violenza non ci impedirà di gridare ancora, sempre, fin quando nosarà fatta giustizia e non saremo nuovamente liberi. Torneremo alle vostre porte e grideremo ancora più forte, perché anche se vi credete assolti sarete per sempre coinvolti. Per sempre sarete colpevoli dello scempio e del
tentato assassinio della terra d'Abruzzo.
Maledetta sia la vostra violenza, la violenza della vostra propaganda. Che ieri esaltava la menzogna e una ricostruzione che ha definitivamente tentato di assassinare la nostra città. E che oggi tenta di dividerci, di separare i "buoni" dai "cattivi", chi s'inchina al potere e chi lo denuncia.
Maledetta sia la vostra violenza, la violenza che prima dei manganelli si è chiamata affarismo, militarizzazione, autoritarismo. Quella violenza che ha imprigionato la nostra città e le sue strade, le nostre vite e le nostre case.
Maledetta sia la vostra violenza. Una violenza che grida giustizia davanti agli uomini e al cielo. Quel cielo che l'inverno scorso ha pianto con noi, quel cielo da cui è calato il freddo che ha gelato le nostre speranze e ha svelato l'assurdità del vostro potere.
Maledetta sia la vostra violenza. Tutta. Fin in fondo. Il 6 aprile 2009 alle 3 e 32 l'Abruzzo è stato ferito dal terremoto della terra. Ma noi eravamo lì, pronti a rinascere e ricostruire. Con la fierezza, l'entusiasmo, la forza e la determinazione delle nostre genti. Ma poi siete arrivati voi. Ci avete rinchiuso nei campi, ci avete disperso a migliaia di chilometri di distanza. Da oltre un anno siamo prigionieri di un presente che non ci appartiene e di un futuro che viene costantemente assassinato. E' il terremoto delle anime e del potere, immensamente più devastante di quell'istante maledetto.
Maledetta sia la vostra violenza. Quella violenza che prosegue tutt'ora, che ci perseguita. La violenza degli affari, delle mafie, della speculazione, della menzogna. Ma noi non la subiamo e non la subiremo. Ci ribelliamo e ci ribelleremo, grideremo ancora e torneremo nelle piazze, nelle strade. Indignati, arrabbiati, fieri e mai domi. Maledetta sia la vostra violenza. Che non ci fermerà e non assassinerà la nostra terra.
L'Aquila siamo noi. L'Aquila risorgerà. La vostra maledetta violenza non ci impedirà la speranza e il sogno. Perché noi rivogliamo il nostro sacrosanto diritto ad avere una città libera, ad avere giustizia, alla socialità. Non aspetteremo che prosegua l'opera di annientamento della nostra L'Aquila. Stiamo organizzando la speranza, stiamo impastando il sogno. E non abbiamo paura dei vostri manganelli e della vostra violenza. Torneremo ancora alle vostre porte. E grideremo ancora più forte. L'Aquila tornerà a volare...
alessio di florio

UN REGOLAMENTO DEL VERDE CHE TUTELA DAVVERO L'AMBIENTE

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APPROVATO IL NUOVO REGOLAMENTO DEL VERDE DEL COMUNE DI SAN CASCIANO
A fronte di una proposta di revisione del regolamento edilizio avanzata dalla Amministrazione che a nostro avviso avrebbe aggravato di burocrazia e di adempimenti i cittadini, dichiarando tutelati TUTTI GLI ALBERI del territorio comunale ma in realtà consentendone l’abbattimento dietro presentazione di modulistiche onerose, abbiamo proposto invece di integrare il regolamento edilizio con norme specifiche di regolamentazione del verde, secondo i seguenti criteri:
1.POCHE REGOLE E CHIARE, meno ARBITRIO POSSIBILE. Occorre mettere le persone in grado di vivere e trasformare il paesaggio con buone pratiche, dicendo loro cosa si può e cosa non si può fare ed evitando ove possibile burocrazia, oneri e scartoffie. Quindi ci sono articoli chiari che dicono al cittadino se la pianta presente nel proprio giardino è o meno vincolata, e nel caso dicono anche cosa si può o non si può fare.
2.SALVARE LE PIANTE SECOLARI, che devono diventare una eredità per le generazioni future; la nostra ipotesi distingue tre categorie: piante meritevoli di tutela e che quindi NON SI POSSONO ABBATTERE per nessuna ragione (salvo rischio di schianto che deve essere documentato con analisi tecnica VTA o strumentale firmata da agronomo o forestale); piante che invece si possono abbattere per tutta una serie di argomentati motivi (con obbligo di sostituzioni con ugual numero di alberi sul proprio terreno o in terreno comunale) in quanto di ridotta età o prive di particolare valore (quindi riproducibili in breve tempo), tramite semplice COMUNICAZIONE DI ABBATTIMENTO redatta direttamente e senza oneri dai proprietari (o se vogliono da tecnico di loro fiducia, ma non obbligatoriamente); piante per le quali NON SERVE NESSUN PERMESSO DI ABBATTIMENTO in quanto il loro taglio si lega a ordinarie pratiche di manutenzione-trasformazione del territorio ( frutti, alberi di diametro inferiore a 30 cm, robinie, ailanti e specie infestanti, etc...).
3.DIVIETO DI USO DI ERBICIDI SU TUTTE LE PROPRIETÀ PUBBLICHE IN TERRITORIO COMUNALE (fasce stradali, giardini, etc.) ed obbligo al comune a lavorare solo BIO sugli spazi pubblici 4.DIVIETO DI CAPITOZZARE gli alberi sia pubblici che privati, ad eccezione dei salici e delle sistemazioni tradizionali (le “capitozze”), obbligo perciò di eseguire potature solo laddove necessario e solo con le pratiche corrette che salvano gli alberi dal degrado e non creano monconi sgraziati. Per quel che riguarda gli alberi meritevoli di TUTELA, abbiamo proposto che siano quelli con un preciso diametro a seconda della loro classe (es: per le querce gli esemplari di 80 cm di diametro del tronco), e perciò saranno gli stessi proprietari a sapere quali piante sono vincolate. Abbiamo però proposto che I CITTADINI, le ASSOCIAZIONI, possano SEGNALARE AL COMUNE alberi meritevoli di tutela indipendentemente dall’età, perché si legano a fatti storici, religiosi, alla identità dei luoghi, etc. Questo perché per noi il paesaggio non è una cartolina, ma è il vissuto di noi tutti, è la nostra memoria e l’eredità che vogliamo trasmettere al futuro. Le nostre osservazioni sono state tutte recepite nel Regolamento finale votato, e perciò siamo fieri di aver contribuito all’avvento di una normativa che consentirà di lasciare in eredità alle future generazioni alberi secolari TUTELANDO DAVVERO ciò che deve essere tutelato. Ci auguriamo adesso che le segnalazioni di alberi “della memoria” da parte di cittadini ed associazioni incrementino il patrimonio tutelato.

venerdì 9 luglio 2010

Caccia aperta, Rifondazione non ci sta

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Il Nuovo Corriere di Firenze, 9 luglio 2010

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giovedì 8 luglio 2010

LA FESTA DELL'ACQUA!!!

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ACQUA-LA FESTA ANDIAMO?!?

LUNEDI' 12 LUGLIO 2010  ORE 20-23.20

FIRENZE E LA TOSCANA FESTEGGIANO IL MILIONE DI FIRME PER IL REFERENDUM
PER L'ACQUA PUBBLICA

Savario Tommasi -attore
ex Olliver - rock-cover band
BalBurrasca - animazione con danze popolari europee
…..durante la serata poesie – video – musica – spazio giochi (anche per i bimbi cresciuti) - spazio buffet
e … tanta voglia di festeggiare l'obiettivo raggiunto !

Porteranno un loro gradito contributo i Portavoce del Comitato Referendario Regionale Toscana

Ingresso libero – riservato soci ACSI

Comitato Referendum Acqua Regionale Toscana
www.acquabenecomunetoscana.it/referendum
in collaborazione con ACSI Firenze
Prenotazione entro ore 19 di ven. 09 luglio 2010

Luogo : ACSI Tamburello Festival Sferisterio del Tamburello via del Fosso Macinante, 9 – Firenze (Cascine)

NUOVO REGOLAMENTO PER L'ACCESSO AGLI ATTI DEL COMUNE DI SAN CASCIANO VAL DI PESA

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VOTO CONTRARIO DEL GRUPPO CONSILIARE
LABORATORIO PER UN'ALTRA SAN CASCIANO-RIFONDAZIONE COMUNISTA
Il Regolamento per l'accesso agli atti è uno strumento molto importante per un corretto rapporto tra la pubblica Amministrazione ed i cittadini. Crediamo che  la massima trasparenza e la pubblicità dell'azione amministrativa dovrebbero essere gli obiettivi prioritari .
In occasione della modifica del Regolamento comunale abbiamo fatto presente che il testo proposto dalla Giunta non faceva riferiemto alla Legge Regionale 40/2009, testo che amplia il concetto di diritto di accesso agli atti rispetto alla normativa nazionale e assume quale priorità  la possibilità di accesso e svolgimento dei procedimenti in via telematica.
In questo senso abbiamo presentato due emendamenti finalizzati  a modificare il testo proposto:
il primo perché potesse essere garantito a tutti il diritto di accesso  agli atti e ai documenti amministrativi, senza obbligo di motivazioni, salva la tutela della privacy;
il secondo perché il diritto di accesso fosse garantito a chiunque in via telematica tramite specifico sito comunale dove riportare l'archivio di tutti i documenti e le pratiche amministrative non secretate, salva la tutela della privacy, fermo rimanendo la tutela della proprietà intellettuale degli elaborati e la loro non riproducibilità.
In Consiglio Comunale la maggioranza ha votato contro gli emendamenti presentati e non ha accolto la nostra richiesta di riportare il testo del regolamento alla discussione della commissione consiliare.
Riteniamo grave l'atteggiamento della maggioranza: la Legge Regionale 40/2009 dà indicazioni precise in merito alle garanzie per i cittadini di vedere rispettato il diritto di accesso secondo il principio della massima trasparenza. Tale indicazione non è stata neanche considerata, da qui il nostro voto contrario.

CACCIA AGLI UNGULATI: LA RISPOSTA DEL SINDACO ALLA INTERROGAZIONE PRESENTATA DA LABORATORIO PER UN'ALTRA SAN CASCIANO-RIFONDAZIONE COMUNISTA IN CONSIGLIO COMUNALE

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L'Amministrazione di San Casciano sceglie di andare avanti: per gli ungulati (ad eccezione del capriolo) si prevede l'eradicamento, cioè la totale soppressione. La risposta del Sindaco alla nostra interrogazione è stata assolutamente insoddisfacente, sotto tutti i punti di vista.
Non è stato portato nessun dato scientifico (monitoraggi puntuali, censimenti ) per valutare la dimensione reale del sovrappopolamento e individuare i tetti da stabilire per gli eventuali contenimenti. I cervi nel Chianti erano 25-30 nel 2005 (studio di Vito Mazzarone Ufficio Gestione Faunistica Provincia di Firenze); nel 2010 si dichiara l'assoluta necessità di sterminare la specie: cosa è successo in questi cinque anni? Nessuna risposta.
La concertazione è stata fatta, ci dicono, solo con le associazioni venatorie; le associazioni ambientaliste non sono state neanche prese in considerazione e nemmeno si ha intenzione di farlo.
E' evidente la mancanza di un ruolo propositivo dell'Amministrazione comunale nel gestire questo tema così rilevante per un territorio come il nostro. Notiamo un completo appiattimento sulle posizioni della Provincia di Firenze, anzi non si sceglie neanche di utilizzare gli spazi che il Piano Faunistico lascia a disposizione (l'eradicamento nel Piano provinciale non è un obbligo, ma solo una possibilità, diciamo "extrema ratio"). E' una posizione miope, poco lungimirante perché non ricerca  una sintesi fra interessi reali presenti sul territorio. 
La salvaguardia della biodiversità , la tutela dell'ecosistema e l'attività agricola devono trovare un giusto equilibrio non attraverso l'eradicamento degli ungulati, ma tramite un'opera di contenimento e gestione attenta del territorio  (prelievi selettivi, rispetto dei corridoi di transito, limite alle recinzioni private e agricole, divieto di pastuazione e introduzioni di specie non autoctone). Non ci sembra proprio che il Sindaco di San Casciano stia andando in questa direnzione, continueremo ad opporci a queste scelte.

domenica 4 luglio 2010

ERADICAMENTO DEI CERVIDI DAL CHIANTI: SI VUOLE LO STERMINIO TOTALE DI CAPRIOLI, DAINI E CERVI?

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IL GRUPPO CONSILIARE
LABORATORIO PER UN'ALTRA SAN CASCIANO RIFONDAZIONE COMUNISTA
PRESENTA UN'INTERROGAZIONE
IN CONSIGLIO COMUNALE.
Nelle scorse settimane il Sindaco di San Casciano ha rilasciato dichiarazioni preoccupanti circa la volontà di richiedere alla Provincia l'autorizzazione per consentire agli agricoltori di abbattere gli ungulati, direttamente o avvalendosi dei cacciatori abilitati, prevedendo l'estensione della facoltà di deroga al calendario venatorio.
La Provincia di Firenze prevede l'eradicamento dei cervidi dal Chianti e il contenimento del cinghiale.
Si tratta di una liberalizzazione della caccia sul territorio comunale assolutamente non giustificata.
Sarebbero consentite battute di caccia a tappeto lungo l'intero periodo dell'anno, anche in stagione turistica o di raccolta di frutti e funghi, con conseguenti rischi per l'incolumità delle persone.
Questa misura ha sollevato la protesta anche di quella parte dell'associazionismo venatorio più sensibile alla compatibilità fra ambiente e attività venatoria.
La scelta non pare fondata su altro se non le richieste di rimborso da danni avanzate dai coltivatori, quindi in assenza di un oggettivo e scientifico monitoraggio e censimento che consenta di individuare le quantità reali di sovrappopolazione (ossia di popolazioni animali eccedenti la capacità di un dato territorio di sostentarli naturalmente) e di conseguenza i tetti da stabilire per gli eventuali contenimenti.
E' assurdo parlare di eradicamento dei cervidi dal Chianti, territorio che ha sempre visto la presenza di questi animali. L'ecosistema e la biodiversità vanno salvaguardati. Occorre prima di tutto un censimento reale della popolazione degli ungulati sul territorio. Gli agricoltori sono già tutelati dai rimborsi previsti per i danni subiti. Il giusto equilibrio fra la presenza faunistica e l'attività agricola va raggiunto eventualmente tramite un'opera di contenimento da concertare tra le amministrazioni, le associazioni venatorie, le associazioni professionali agricole e le associazioni ambientaliste.
Laboratorio per un'altra San Casciano-Rifondazione Comunista chiede con l'interrogazione che l'Amministrazione di San Casciano riporti in Consiglio Comunale:
-i dati sui popolamenti animali conosciuti e stimati, i dati sul danno a colture di questi anni e le altre informazioni che hanno supportato tale scelta dell'Amministrazione.
-le misure previste per evitare un incremento del rischio per la popolazione residente o transitante nel territorio aperto derivante da una situazione di “caccia permanentemente diffusa”.
Si chiede inoltre all'Amministrazione di informare il Consiglio Comunale sulle eventuali concertazioni previste o attuate nel merito con le associazioni venatorie, agricole e ambientaliste e di informare altresì sulla eventuale disponibilità a rivedere tali misure in ragione del confronto tecnico e dell'auspicabile concertazione.

venerdì 2 luglio 2010

Pomigliano: c’è chi dice no

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Pomigliano:
c’è chi dice no


A Pomigliano non c’è stato il plebiscito
il 36% dei lavoratori ha detto “no” al ricatto e alle imposizioni FIAT
per difendere la Costituzione
per difendere i diritti faticosamente conquistati
per la dignità del lavoro e della persona



un’altra proposta economica è possibile

La grave crisi che stiamo attraversando ricade in primo luogo sui lavoratori, i precari, i pensionati e un numero sempre crescente di persone che perdono il lavoro. La manovra economica del governo è iniqua e sbagliata, colpirà ancora una volta la parte più debole del paese.

Mettiamo finalmente in discussione il liberismo e il finto mercato, le privatizzazioni dei beni comuni come l’acqua e il territorio, la spesa militare, la politica fiscale.

Promuoviamo un’economia equa, sostenibile e solidale, capace di garantire a tutti un’esistenza dignitosa nel rispetto del pianeta, capace di ridistribuire le risorse, ricercando una riconversione ecologica dell’economia per rimettere al centro i diritti delle persone, il bene della collettività, la difesa del territorio.

Il PDF del manifesto

giovedì 1 luglio 2010

SULLE COLLINE DI VALIGONDOLI UN VERO SCEMPIO AMBIENTALE, CON TUTTI I PERMESSI IN REGOLA.

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IL NOSTRO ARTICOLO SUL MENSILE "IL REPORTER" DI LUGLIO
L'intervento non può certo passare inosservato: uno sbancamento impressionante del terreno di circa 11 metri di ampiezza, visibile da Valigondoli, lungo tutta la collina, dalla strada provinciale fino in valle della Greve. Decine e decine di alberi sradicati, una vera e propria deforestazione con ovvie conseguenze sull'ecosistema, sulla erosione dei suoli e sul ciclo delle acque, quindi con danno alla vita di tutti noi.
Si tratta del cantiere del metanodotto previsto per la centrale turbogas di Testi, impianto che vede la nostra opposizione perché rappresenta una scelta industriale lesiva degli interessi generali del territorio nel quale va ad inserirsi e che determinerà un ulteriore peggioramento della qualità ambientale di un'area già critica come quella di Testi.
In ogni caso il tracciato del metanodotto non avrebbe dovuto prevedere l'abbattimento di piante, almeno questa era stata la giusta richiesta iniziale avanzata dall'Amministrazione di San Casciano durante il procedimento di valutazione ambientale svolto dalla Provincia di Firenze. Invece, di fatto, questo atto autorizzativo e i seguenti vengono approvati, anche dal comune di San Casciano, senza nessuna garanzia per la tutela delle aree boscate.
L'Amministrazione dice che verrà fatto un ripristino ambientale: non si è fatta prevenzione, si pensa, allora, ad una compensazione, in pratica ad un “rimedio”.
Questo intervento può essere assunto ad esempio e paradigma di un modo sbagliato di governare il territorio: un tale scempio ambientale è stato possibile “con tutte le carte in regola”; non c'è niente fuori posto, se non il risultato che abbiamo sotto gli occhi: l'ambiente ulteriormente compromesso, la mancanza assoluta di attenzione per la salvaguardia del patrimonio boschivo. E' evidente l'assenza dell'amministrazione locale che non ha svolto un ruolo di controllo e di indirizzo per una gestione del territorio improntata alla tutela del paesaggio quale bene comune assoluto, privilegiando invece l'interesse del privato e del suo progetto.
Noi vogliamo cambiare strada: non è più sostenibile pensare allo sviluppo in termini di consumo e al territorio come una risorsa infinita a nostra disposizione.
Riproponiamo fortemente il primato della cura dei beni comuni, della salvaguardia del territorio legato ad un nuovo modello di economia e di benessere, il paesaggio come vera e reale ricchezza, risorsa da tutelare e preservare perché patrimonio di tutti i cittadini.
 

San Casciano Val di Pesa • Gruppo consiliare Laboratorio per un’Altra San Casciano - Rifondazione Comunisti Italiani