mercoledì 29 settembre 2010

L’inceneritore di Acerra è morto: ora spunta il collaudo dei misteri

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Da “Il Fatto Quotidiano”
di Nello Trocchia e Tommaso Sodano (autori del libro La Peste dal 29 settembre in tutte le librerie)

Oggi si è fermata anche la prima delle tre linee di smaltimento dei rifiuti. Le altre due erano già fuori uso. Ma i costruttori di Impregilo battono cassa e aspettano 355 milioni di euro dopo l'ok arrivato il 16 luglio. Anche se, di quel collaudo, non si trovano i documentiSi potrebbe definire “il collaudo dei misteri”. E’ quello datato 16 luglio 2010 che avrebbe accertato il pieno funzionamento dell’inceneritore di Acerra. La notizia di questo collaudo, del quale non si è mai parlato in questi mesi, si ricava dal sito di Impregilo, la società milanese che ha costruito il forno dei miracoli: “Merita opportuna evidenza – si legge – il positivo collaudo definitivo del termovalorizzatore di Acerra, datato 16 luglio 2010. Tale risultato costituisce un’importante evidenza dell’eccellenza qualitativa che contraddistingue l’operato del Gruppo nei suoi settori strategici, con particolare enfasi in questo caso, stante la perdurante inadempienza delle amministrazioni pubbliche competenti nel pagamento al Gruppo dei rilevanti crediti maturati per tale opera, dalla quale le stesse amministrazioni stanno peraltro ottenendo significativi benefici sia economici sia operativi”.

Un collaudo definitivo, dunque, che dovrebbe sbloccare i soldi da incassare: 355 milioni di euro. Dalla provincia di Napoli (l’ente competente nella gestione dei rifiuti), fanno sapere che nessun documento relativo al collaudo in luglio è stato acquisito, nonostante le richieste. Insomma, è un mistero. “Il collaudo funzionale dell’impianto – si legge sul sito della protezione civile – è terminato il 28 febbraio 2010. Con l’esito positivo del collaudo è terminata la gestione provvisoria. E Partenope Ambiente ha assunto la gestione definitiva del termovalorizzatore di Acerra”. Peccato che qualche settimana dopo il fatidico 16 luglio l’inceneritore si è fermato: ora è completamente spento, nonostante le rassicurazioni dell’A2a, la società che lo gestisce e che ieri ha organizzato un tour con i giornalisti, in versione embedded, per ribadire che è tutto nella norma. A meno di 24 ore dal tour, la notizia: anche la prima linea di combustione è bloccata. Delle altre due linee che lo compongono, già si sapeva. Bloccate. L’inceneritore al momento, che doveva trattare 2 mila rifiuti al giorno, quasi un terzo di quanto prodotto in regione, è morto. “Riprenderà a funzionare entro un giorno”, rassicurano dall’A2a. Anche sui collaudi in passato non sono mancate le polemiche: a presiedere la commissione collaudi c’era Gennaro Volpicelli che ha seguito l’iter di sviluppo del forno di Acerra, persona preparata e competente, ma in leggero conflitto, visto che dal luglio 2009 ha assunto il ruolo di direttore dell’Arpac, l’agenzia regionale di protezione ambiente che si preoccupa di monitorare l’aria nei pressi dell’inceneritore.

Attorno al forno di Acerra si gioca una partita di soldi. L’Impregilo, i cui ex-vertici sono sotto processo per la disastrosa gestione dei rifiuti, deve incassare 355 milioni di euro dalle istituzioni, regione Campania o protezione civile che dovranno acquistare la proprietà dell’impianto. Qualcuno aspetta i soldi. In Impregilo c’è Igli Spa, dentro il gruppo Gavio, Benetton e Ligresti, tra i protagonisti anche dell’avventura in Cai. Ma un impianto fermo, come quello di Acerra, indurrebbe ad una verifica di una commissione indipendente sulla reale efficienza della struttura, prima di investire una somma così consistente.

Prima che si diffondesse la notizia che anche il primo forno è ko, un dirigente interno dell’A2a, che preferisce l’anonimato, dichiarava: “Altro che manutenzione. Fisia Babcock, che ha costruito il termovalorizzatore per conto di Impregilo, non ha messo le adeguate protezioni contro i fumi acidi prodotti dall’incenerimento della spazzatura. Immagino per risparmiare soldi o tempo. Inevitabilmente due forni su tre, il secondo e il terzo, sono saltati. Sono pieni di buchi. Vanno rifatti e per questo sono fermi. Quanto al primo, è piuttosto malmesso anch’esso. Stiamo facendo il possibile per tirare avanti, ma non escludiamo affatto che possa cedere da un momento all’altro”. E, infatti, oggi si è fermata anche la prima linea. Problemi anche alle caldaie che, si vocifera in assoluto anonimato, sarebbero made in China. Sarebbero. Le contraddizioni di un ciclo dei rifiuti mai avviato sono legate alla mancata politica di riduzione, anche con ordinanze ad hoc a partire da imballaggi e contenitori di plastica, fino all’assenza completa di un impianto di compostaggio in regione.

In un territorio a “libertà vigilata” , dove se ti avvicini a una discarica o a un inceneritore vieni fermato, la gestione di Bertolaso non ha prodotto, infatti, neanche un impianto per il trattamento della frazione umida che rappresenta il 35-40% dei rifiuti e chi raccoglie l’umido in Campania deve portarlo in Sicilia spendendo fino a 240 euro a tonnellata. Uno scandalo nello scandalo, un fiume di denaro sperperato in trasporti e società che strozzano le già difficili finanze dei comuni.

Da “Il Fatto Quotidiano”
di Nello Trocchia e Tommaso Sodano (autori del libro La Peste dal 29 settembre in tutte le librerie)

http://www.ilfattoquotidiano.it/

Torre dell'acqua a San pancrazio, come trasformarla in una palazzina di quattro piani, terrazzi e servizi inclusi, un vero "attico con vista": la delibera di adozione della variante in discussione al Consiglio Comunale di San Casciano del 30 settembre

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San Pancrazio:
un Piano di Recupero che non recupera.
Ovvero come far sbucare una palazzina di quattro piani dove non si dovrebbe...

Nell’attesa del Regolamento Urbanistico, l’amministrazione di San Casciano procede di variante in variante, con la conseguenza che invece di avere regole chiare e uguali per tutti, si producono provvedimenti “ad personam”.

La TORRE dismessa DELL’ACQUEDOTTO a San Pancrazio è stata messa in vendita dal Comune e assoggettata a suo tempo ad un PIANO DI RECUPERO così disciplinato nelle Norme Tecniche di Attuazione (NTA) all’articolo 12: “Trattasi del manufatto che conteneva il deposito dell’acquedotto, adesso non più utilizzato. Al fine di consentirne il recupero e di assicurare il suo corretto inserimento nel contesto, sull’immobile sono consentiti interventi fino alla demolizione e ricostruzione in altra posizione, senza incremento di volume, previa approvazione di un piano di recupero”.

La società che ha acquistato la Torre sapeva dunque che queste erano le condizioni: o recuperare il manufatto tal quale, o demolirlo per riusare quel volume per costruire altro edificio residenziale.
Invece la società ha presentato al Comune un Piano di Recupero che “appiccica” al volume della torre un blocco di bagni, uno di terrazzi, una scala esterna: nei fatti si trasforma la torre dell’acqua in una palazzina di quattro piani e 15 metri di altezza, in bella vista vicino alla Pieve di San Pancrazio.

Per superare l’inconveniente del Piano Regolatore il privato propone direttamente al Comune di cambiare l’articolo 12 in questo modo: “... Al fine di consentirne il recupero mantenendo la sua tipologia storica, sono consentiti tutti gli interventi previsti nella ristrutturazione edilizia, compresi lo svuotamento dell’involucro edilizio e le addizioni funzionali su ogni unità immobiliare derivata dalla ristrutturazione. Sono altresì consentiti sull’immobile, previa approvazione di un Piano di Recupero, interventi fino alla demolizione e ricostruzione in altra posizione, senza incremento di volume”.

Il tutto per mettere sul mercato due appartamenti “con vista”, guadagnando 60 mc rispetto a quelli messi in vendita dal Comune (e se un altro acquirente fosse stato interessato alle nuove condizioni? Siamo sicuri che sia tutto in regola, a cominciare dalla vendita dell’immobile?).

In questo modo si otterrebbe un altro vantaggio, quello di mantenere un’altezza (15 m) che è maggiore di quella delle abitazioni prossime, cosa che secondo gli indirizzi del Piano Strutturale vigente (art.24) non sarebbe possibile per i nuovi interventi nelle frazioni che dovranno essere localizzati “… in forme compatibili con le caratteristiche del paesaggio e la morfologia dei luoghi”. Nel progetto si dichiara inoltre che si intende mantenere la tipologia storica della torre, ma in realtà la si trasforma completamente, e se ne raddoppia quasi la superficie (e l’ingombro visivo nel paesaggio).

Noi NON VEDIAMO l’INTERESSE PUBBLICO a consentire un pasticcio che incrementa l’impatto visuale nel paesaggio della torre, crea un precedente pericoloso per cui si possono “recuperare” edifici snaturandone e ampliandone sagome e volumi, peggiora la situazione della frazione di San Pancrazio già compromessa dal nuovo parcheggio e dalla presenza di capannoni incongrui. Perciò ci auguriamo che in Consiglio Comunale non si avalli questa ipotesi, e si inviti piuttosto la società proponente ad adeguarsi alle norme vigenti.

ANCORA SULL'INCENERITORE DI TESTI E IL PIANO DI GESTIONE RIFIUTI DELLE PROVINCIE DI FIRENZE PRATO E PISTOIA: I COMUNI NE DEVONO DISCUTERE!

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Presentiamo al Consiglio Comunale del 30 settembre una domanda di attualità per conoscere la posizione dell'Amministrazione di San Casciano sul nuovo Piano dei rifiuti per le provincie di Firenze Prato e Pistoia e sulla procedura di Valutazione Ambientale Strategica aperta dalle Giunte Provinciali. E' urgente che si convochi prima possibile la commissione "Ambiente e Territorio" per discutere il Piano, in particolare è necessario approfondire la valutazione degli impianti di "area Chianti", primo fra tutti il previsto inceneritore di Testi.
La valutazione ambientale strategica (VAS) viene proposta contemporaneamente al Piano che determinerà in modo puntuale le scelte di gestione dei rifiuti e la relativa impiantistica. Lo strumento della VAS, proposto da tempo dall'Unione Europea, solo da poco è stato recepito a livello nazionale e regionale; dovrebbe essere il mezzo con il quale fare una valutazione complessiva delle ricadute ambientali, sociali ed ecoomiche della pianificazione prevista, in primo luogo gli impianti di trattamento dei rifiuti. Invece la valutazione ambientale si accompagna all'approvazione definitiva del piano interprovinciale che avverrà da parte dei Consigli Provinciali. Che tutto sia già stato deciso?.... Chiediamo invece di discutere e abbiamo già chiesto la convocazione in seduta aperta del consiglio comunale sul tema della gestione dei rifiuti, per dare voce alla gente, alle associazioni, ai comitati, alle categorie economiche, perché le scelte vengano fatte con  trasparenza e partecipazione. I Piani si potrebbero cambiare, si può raggiungere un'ottima gestione dei rifiuti senza costruire quei mostri che sono gli inceneritori, basterebbe la volontà politica. Noi continueremo a sostenere che cambiare è possibile, le proposte alternative ci sono, basta saper e voler scegliere la cosa giusta!

DOMANDA DI ATTUALITA'

Oggetto: Piano Interprovinciale di gestione dei rifiuti – provincie di Firenze, Prato e Pistoia, Ato toscana Centro
Considerato che:
-La Giunta della Provincia di Firenze ha aperto il procedimento per l'approvazione del Piano Interprovinciale di Firenze, Prato e Pistoia per la gestione dei rifiuti urbani e rifiuti speciali anche pericolosi e unitamente ha avviato le procedure per la Valutazione ambientale Strategica (delibera 135 del 27 luglio 2010);
-La Giunta della Provincia di Firenze ha approvato il “documento preliminare” contenente la descrizione degli effetti ambientali del nuovo Piano;
-L'atto è stato trasmesso al Comune di San Casciano Val di Pesa e agli altri soggetti competenti ai fini della consultazione, stabilendo in 45 giorni il termine per la conclusione delle consultazioni;
-Il Comune di San Casciano Val di Pesa vede la presenza sul proprio territorio dell'impianto di selezione e trattameto di RSU di Sibille-Falciani, dell'impianto di compostaggio di Ponterotto ed è direttamente interessato dagli effetti legati alla “modifica e ampliamento dell'impianto di termovalorizzazione di Testi per 70.000 t/a”, uno degli “impianti programmati con pianificazione esecutiva”, per cui il documento fornisce l'analisi di sostenibilità;
-Ad oggi non si è discusso il suddetto piano, né in Consiglio Comunale, né nelle commissioni
Si domanda:
-Se l'Amministrazione ha inoltrato alla Provincia di Firenze un proprio documento quale contributo all'elaborazione in oggetto;
-Di conoscere la posizione dell'Amministrazione sul suddetto documento preliminare per la VAS;
-Di convocare nel più breve tempo possibile -anche in previsione del già richiesto Consiglio Comunale straordinario da tenersi in forma “aperta” sulle tematiche legate alla gestione dei rifiuti- la commissione“Ambiente e Territorio” con all'ordine del giorno la discussione del Piano, per tutti gli approfondimenti necessari anche con la presenza di responsabili della Provincia di Firenze.

IN ARRIVO UN "MUSEO LAIKA"?

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Sbalorditivo! Nella variazione del Piano Triennae delle Opere Pubbliche che l'Amministrazione di San Casciano porterà in discussione nel prossimo Consiglio Comunale di settembre troviamo un nuovo capitolo di spesa, una previsione di 15 mila euro per un "MUSEO LAIKA". Questo stanziamento ha davvero dell'incredibile! Nell'area del cantiere Laika da tempo sono in corso indagini archeologiche, ma l'Amministrazione non ne aveva dato notizia. E' stato il nostro gruppo consiliare a porre domande in Consiglio comunale, lo scorso mese di aprile, in seguito a segnalazione di alcuni cittadini. Il Sindaco rispose semplicemente che in effetti nell'area del cantiere di Ponterotto durante gli scavi erano emersi reperti archeogogici; la Soprintendenza aveva la piena competenza sui lavori e soltanto dietro la presentazione da parte della Soprintendenza stessa di una relazione finale avremmo potuto sapere la natura e l'entità dei ritrovamenti. Successivamente chiedemmo, insieme agli altri gruppi consilari di minoranza, di poter richiedere a Laika  l'accesso al cantiere per prendere visione dello stato degli scavi ed incontrare i tecnici che stavano seguendo i lavori. In commissione urbanistica la maggioranza negò questa possibilità.
Il cantiere Laika e gli scavi archeologici "secretati" in attesa di tempi migliori...
Adesso, improvvisamente, arriva uno stanziamento per un museo! Consideriamo politicamente grave che l'Amministrazione iscriva a bilancio una voce per la valorizzazione dei reperti archeologici senza aver precedentemente dato nessuna informazione sullo stato del cantiere e su eventuali progetti a cui è possibile pensare solo nella certezza del valore testimoniale di ciò che è emerso. Perché questa mancanza di trasparenza? Che fine ha fatto la relazione della Soprintendenza? E peché poi la definizione di "Museo Laika", se ci sarà il museo dovrà essere dei cittadini, non certo dei proprietari del cantiere! Chiederemo spiegazioni in Consiglio...
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EX SCUOLA DI CHIESANUOVA: SI METTE IN VENDITA! MA NON POTREBBE ESSERE ANCORA UTILE ALLA COLLETTIVITA'?

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Il Consiglio Comunale di San Casciano nella seduta del 30 settembre discuterà l'alienazione dell'immbolile a Chiesanuova, una volta adibito a scuola elementare e successivamente ad archivio comunale. Siamo contrari a questa vendita, il fabbricato potrebbe essere recuperato per finalità pubbliche; pensiamo a progetti per l'edilizia sociale e/o di co-housing, anche in considerazione delle indicazioni già date dall'Amministrazione in previsione del prossimo Regolamento Urbanistico (alcuni interventi di edilizia sociale) che potrebbero in parte essere soddisfatte proprio con operazioni di recupero di immobili  di proprietà comunale, evitando così nuovo consumo di suolo, nuova "occupazione" di territorio. L'immobile di Chiesanuova potrebbe avere questa finalità, quindi siamo di fronte ad una vendita inopportuna e poco lungimirante...

domenica 26 settembre 2010

Scuola, si riparte: ma in quale scuola torniamo?

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È iniziato un nuovo anno scolastico e si conferma drammaticamente la gravissima situazione in cui versano la scuola e l'Università.
Con la riforma Gelmini il diritto alla conoscenza e alla cultura sta subendo un attacco frontale inedito e pericolosissimo, una manovra di tagli pesantissimi ed ingiustamente punitivi che mettono a rischio il diritto dei giovani ad una istruzione qualificata: drastica riduzione del numero dei docenti e del personale Ata, tagli agli insegnanti di sostegno e ai supplenti, carenza di fondi per i servizi scolastici con conseguenze gravi per la qualità e l'organizzazione della didattica.
Si sta smontando pezzo dopo pezzo la scuola pubblica per far posto ad una scuola culturalmente immiserita, specchio di una società anestetizzata, incapace di iniziative innovative ed intelligenti, che non valorizza ma semmai disperde le risorse.
Siamo di fronte ad un'emergenza sociale senza precedenti per le dimensioni dell'attacco all'occupazione in questo settore e per le conseguenze sul futuro delle giovani generazioni.
Mentre gli altri paesi europei investono massicciamente in istruzione, formazione e ricerca come forma di investimento per il futuro, in Italia si utilizza la crisi per smantellare scuole, università ed enti di ricerca. Il prezzo da pagare sarà ben più oneroso dei risparmi ottenuti: ignoranza, incompetenza e provincialismo determineranno costi economici e sociali insostenibili per le generazioni future.
SOPPRIMERE L’ISTRUZIONE, LA FORMAZIONE E LA RICERCA abbasserà il livello di benessere dei cittadini e renderà impossibile affrontare le sfide del futuro compromettendo la stessa convivenza civile.
IMPEGNAMOCI PER RIAFFERMARE IL VALORE ASSOLUTO DELL'ISTRUZIONE E LA NECESSITA' DI FERMARE LA POLITICA DI RIDUZIONE DELLE RISORSE.

Coop rosse? No, Verdini

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Daniele Martini dal Fatto Quotidiano


disegno di Emanuele Fucecchi (dal Fatto Quotidiano)
Domande retoriche: fareste affari con un avversario? Entrereste in società con lui? Nella politica in Toscana la risposta non è scontata. Prendete i giornali e l’informazione, per esempio, strumenti fondamentali per la formazione del consenso. Sapete chi c’è tra i soci del Giornale della Toscana di Denis Verdini, il coordinatore nazionale Pdl, il dirigente appena un gradino sotto Silvio Berlusconi, il politico ritenuto il tessitore delle trame P3, il proprietario del Credito cooperativo fiorentino, la “banchina” sospettata di aver elargito a fiumi e per anni crediti facili agli amici degli amici? Nella Ste (Società toscana di edizioni), l’azienda editrice del Giornale, ci sono il Monte dei Paschi di Siena e la Coop Centro Italia. Cioè la terza banca italiana dopo Intesa e Unicredit, quella a più alto tasso di influenza e presenza Pd, per non dire a quasi totale influenza pidiessina, e una delle coop di consumo tra le più grandi di tutto il sistema cooperativo rosso. E sapete anche chi sta per comprare Radio Dimensione Firenze e Lady Radio, emittenti che fanno riferimento a Verdini? La Cna di Firenze, sigla storica dell’associazionismo di sinistra.
Casi? Coincidenze fortuite? Forse, anche se è difficile crederlo. Nelle dichiarazioni ufficiali, nella propaganda, sulla carta, Pd e Pdl non si possono vedere, stanno fieramente su fronti opposti, si contendono il consenso centimetro per centimetro. Il primo amministra quasi ovunque dal dopoguerra anche se con sigle di volta in volta diverse, dal Pci al Pd. Il secondo dovrebbe dare fiato e sostanza all’opposizione e proporsi come alternativa credibile di governo.Ma basta grattare un po’ la superficie per scoprire una realtà diversa, per accorgersi che non sempre è così e non dappertutto. Se si parla di affari, appalti, costruzioni, giornali e informazione, i due schieramenti mostrano inaspettati punti di contatto, affinità, intrecci e contiguità, tanto da apparire sorprendentemente più vicini che lontani.
In Toscana, tra gente che ci gode a levar la pelle con una battuta, si sente dire spesso che Pd e Pdl somigliano ai ladri di Pisa, tutti intenti a litigare a sangue di giorno per spartirsi il bottino arraffato insieme di notte.Che Monte dei Paschi, Coop e Cna siano contigui al Pd è risaputo. La Cna è la più grande associazione di artigiani del capoluogo fiorentino, con 11 mila imprese associate e si appresta a puntare 1 milione di euro circa per entrare con quote di minoranza nel capitale delle due radio toscane, due emittenti molto ascoltate e storiche (Rdf è stata fondata 34 anni fa, l’altra 6 anni dopo), entrambe partecipate da Verdini e controllate da Pierluigi Picerno, legale rappresentante della Ste e amministratore del Giornale della Toscana dello stesso Verdini a sua volta collegato al Giornale diretto da Vittorio Feltri e di proprietà di Paolo Berlusconi. Il nome di Picerno ricorre spesso nelle indagini su Verdini e la P3, indicato come il professionista che accompagnò una certa Antonella Pau, legata al faccendiere piduista Flavio Carboni, nella sede della banca di Verdini per trattare gli aspetti finanziari del lancio di un’edizione sarda del Giornale toscano. Imbarazzi nella Cna a trattare con Verdini & company? Non traspaiono. Spiega il direttore dell’associazione, Luigi Nenci: “Non trattiamo direttamente con lui, a noi interessa portare i temi del lavoro al centro dei programmi di quelle emittenti”.
La Coop Centro Italia è una grande realtà della distribuzione alimentare e anche del non food, nata dalla fusione tra Coop Umbria e Unicoop senese, con quasi mezzo milione di soci, 2.600 dipendenti, un utile netto nel 2009 di 6,3 milioni di euro e una rete di vendita diffusa tra Toscana, Umbria, Lazio e Abruzzo, ma concentrata soprattutto nelle province di Siena e Perugia.Per capire quanto il Pd pesi sul Monte dei Paschi, invece, basta passare in rassegna l’organico del vertice dell’istituto. Nella Deputazione generale sono Pd o scelti dal Pd 10 su 16 e in più hanno un rappresentante ciascuno Sinistra e libertà e Rifondazione comunista. Nella Deputazione amministratrice sono del Pd 5 rappresentanti su 7, più un esponente dei Riformisti, raggruppamento vicino al Pd. La Deputazione amministratrice ha diritto di nomina di 6 su 12 del vertice operativo dell’istituto, 5 di questi sono Pd, a cominciare dal presidente, Giuseppe Mussari, che è anche presidente dell’Associazione delle banche (Abi); gli altri sono Fabio Borghi, Alfredo Monaci, Ernesto Rabizzi, Graziano Costantini.
L’unico del gruppo non di area Pd è Andrea Pisaneschi, professore di Diritto costituzionale a Siena, molto legato a Verdini e presente con un altro dirigente del Monte, Leonardo Pizzichi, anche nel consiglio di amministrazione di Eutelia, la società di telecomunicazioni occupata nell’autunno di un anno fa dai dipendenti stufi di non ricevere lo stipendio da mesi e assaltata da uno dei proprietari della famiglia Landi assieme a un manipolo di violenti a colpi di bastone e spranghe di ferro. Pizzichi è presidente del collegio sindacale di Monte dei Paschi Leasing & Factoring ed era anche presidente di Eutelia ed è tuttora in carcere proprio per le vicende della società di telecomunicazioni. Pizzichi è anche esponente dei Riformisti e con il suo gruppo si appresta a sostenere Franco Ceccuzzi, deputato Pd, nella sua corsa alla carica di sindaco di Siena alle elezioni della prossima primavera.
Monte Paschi e Coop sono presenti nel capitale della editrice del Giornale di Verdini attraverso partecipazioni importanti nella Edib, società editoriale controllata dai Barbetti, gruppo umbro di cementieri. La partecipazione del Monte dei Paschi avviene attraverso Mps Investments con quote per un valore di oltre 2 milioni e mezzo di euro; la Coop partecipa, invece, con circa 705 mila euro, più del 10 per cento dei suoi utili. La Edib è diretta da Rocco Girlanda, deputato umbro del Pdl e sodale di Verdini, così come risulta da numerose intercettazioni, e a sua volta è proprietaria di una catena di quotidiani assai diffusi ed influenti tra l’Umbria, la Toscana meridionale e il senese: il Corriere dell’Umbria, il Corriere di Siena, il Corriere di Arezzo, il Corriere di Grosseto etc… Tra questi, Il Corriere di Siena sta lanciando da settimane la candidatura del Pd Ceccuzzi alla carica di sindaco della città.
da il Fatto Quotidiano del 16 settembre 2010

venerdì 17 settembre 2010

PER UN FUTURO DIVERSO: incenerimento e tumori infantili

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PER UN FUTURO DIVERSO: incenerimento e tumori infantili

martedì 21 settembre
20.00 - 23.00
Piazza Matteotti, Greve in Chianti
Greve, Italy

in caso di pioggia l'iniziativa si terrà c/o Circolo M.C.L. - viale Vittorio Veneto 18 - Greve in Chianti

INTERVENGONO:

- Dott. Dominique Belpomme
Oncologo e presidente ARTAC (Associazione Ricerca e Trattamenti Contro il Cancro)

- Dott. Burgio Ernesto
Comitato scientifico ISDE ( Associazione Internazionale Medici per l’Ambiente)


PROGRAMMA:

Ore 20:00 - Aperitivo con musica dal vivo
Sandro Berti della “Banda Osiris”
Ore 21:00 - Conferenza
Un evento importante che segna un'alleanza "scientifico-politica" tra due prestigiosi coordinamenti internazionali di oncologi, pidemiologi, tossicologi, genetisti, pediatri e ricercatori impegnati nel campo delle cancerogenesi ambientali.

EVENTO GRATUITO
Durante la serata banchetto informativo con adesioni e contributi per finanziare l'attività del Comitato.


il volantino


http://chiantisenzainceneritore.it/

giovedì 16 settembre 2010

solidarietà alla Casa della Legalità di Genova

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Mi sembra giusto dare la nostra solidarietà a Christian Abbondanza e alla Casa della Legalità di Genova: un atto di sostegno a chi si batte contro tutte le mafie, soprattutto quelle del "colletto bianco".


Per sapere cosa fa la Casa della legalità:
http://www.casadellalegalita.org/


Per sapere cosa fa Christian: 
http://www.youtube.com/watch?v=j3B7uxVJHbo

mercoledì 15 settembre 2010

Il manifesto di Emergency

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dal Convegno Nazionale di Emergency tenutosi  a Firenze dal 7 al 12 Settembre con migliaia di partecipanti

Manifesto di Emergency - Gino Strada

Il mondo che vogliamo

Crediamo nella eguaglianza di tutti gli esseri umani a prescindere dalle opinioni, dal sesso, dalla razza, dalla appartenenza etnica, politica, religiosa, dalla loro condizione sociale ed economica.

Ripudiamo la violenza, il terrorismo e la guerra come strumenti per risolvere le contese tra uomini, i popoli e gli stati. vogliamo un mondo basato sulla giustizia sociale, sulla solidarietà, sul rispetto reciproco, sul dialogo, su un'equa distribuzione delle risorse.

Vogliamo un mondo in cui i governi garantiscano l'eguaglianza di base di tutti i membri della società, il diritto alle cure mediche di elevata qualità e gratuite, il diritto a una istruzione pubblica che sviluppi la persona umana e ne arricchisca le conoscenze, il diritto a una libera informazione.

Nel nostro Paese assistiamo invece, da molti anni, alla progressiva e sistematica demolizione di ogni principio di convivenza civile. Una gravissima deriva di barbarie é davanti ai nostri occhi.

In nome di "alleanze internazionali", la classe politica italiana ha scelto la guerra e l'aggressione di altri Paesi. In nome della "libertà", la classe politica italiana ha scelto la guerra contro i propri cittadini costruendo un sistema di privilegi, basato sull'esclusione e sulla discriminazione, un sistema di arrogante prevaricazione, di ordinaria corruzione. In nome della "sicurezza", la classe politica italiana ha scelto la guerra contro chi è venuto in Italia per sopravvivere, incitando all'odio e al razzismo.

E' questa una democrazia? Solo perché include tecniche elettorali di rappresentatività? Basta che in un Paese si voti perché lo si possa definire "democratico"?

Noi consideriamo democratico un sistema politico che lavori per il bene comune privilegiando nel proprio agire i bisogni dei meno abbienti e dei gruppi sociali più deboli, per migliorare le condizioni di vita, perché si possa essere una società di cittadini.

E' questo il mondo che vogliamo. Per noi, per tutti noi. Un mondo di eguaglianza.



GINO STRADA - Emergency

Firenze, settembre 2010

http://www.emergency.it/
 

San Casciano Val di Pesa • Gruppo consiliare Laboratorio per un’Altra San Casciano - Rifondazione Comunisti Italiani