mercoledì 17 agosto 2011

Le privatizzazioni: il referendum cancellato

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LE PRIVATIZZAZIONI Il referendum cancellato
di Ugo Mattei
(il manifesto 14.08.2011)

Non volevo credere ai miei occhi quando ho visto, già depresso per una manovra che si commenta da sé, che il ministro Fitto avrebbe messo a punto una norma che che prevede la messa a gara dei servizi pubblici locali (ad eccezione dell'acqua). La norma prevede che le gestioni in house, salvo quelle con valore economico inferiore a 900.000 euro, debbano cessare entro il 31 marzo del 2012. Un vero déjà vu.
Un vero déjà vu. Fitto era già cofirmatario del decreto Ronchi, quello che (la maggior parte dei media sembrano averlo già dimenticato), la maggioranza assoluta del popolo italiano ha abrogato due mesi fa rispondendo sì al primo quesito referendario. La struttura del nuovo provvedimento, che non porta più la firma di Ronchi soltanto perché quest'ultimo, grazie al cielo, non è più al governo, è identica a quella della legge abrogata dal popolo sovrano. Un obbligo di messa a gara a data certa, ossia proprio quella struttura che tutti in Italia hanno capito avere un impatto devastante sul valore di quanto si vuole vendere. Non più l'acqua ma cespiti importanti del patrimonio pubblico come i trasporti locali, l'organizzazione della raccolta rifiuti e tutti i restanti servizi locali di rilevanza economica che verrebbero svenduti con un impatto drammatico sul valore del nostro patrimonio pubblico. Con l'eccezione dell'acqua, il contenuto del nuovo provvedimento è a sua volta identico a quello del Ronchi che, come ben noto, non riguardava soltanto l'acqua ma (stava scritto sull'intestazione della scheda n. 1 cui hanno risposto sì circa 27 milioni di elettori) le «Modalità di affidamento e gestione servizi pubblici locali a rilevanza economica. Abrogazione».
Insomma sta succedendo esattamente quanto temevo. L'esito referendario è stato svuotato (complici le opposizioni) del suo valore costituente e ridotto ad una mera questione tecnica legata alla sola gestione dell'acqua. La vera inversione di rotta relativa alle privatizzazioni (e liberalizzazioni camuffate) richiesta dal popolo non è stata interpretata politicamente da nessuno (ad eccezione del solo De Magistris a Napoli) L'esito di questo imperdonabile vuoto nell'interpretare il cambiamento di sensibilità politica nazionale è che impunemente il governo Berlusconi (al posto di andarsene a seguito del voto sul legittimo impedimento) impone (pare sotto dettatura dei poteri forti europei) una manovra che, con scelta politica deliberata, fa strame del patrimonio pubblico e dei beni comuni, sacrificandoli sull'altare della crescita. Ma il popolo aveva detto che i trasporti pubblici ed i rifiuti, non meno dell'acqua, devono essere governati in modo ecologico, sociale e sostenibile, nell'interesse comune e non in quello dei soliti poteri finanziari.
Il governo si fa beffe, in modo palesemente incostituzionale, della volontà sovrana chiara, espressa solo due mesi fa rispetto al primo (e più votato) quesito referendario che era contro il decreto Ronchi-Fitto. Che il referendum non fosse limitato all'acqua lo aveva abbondantemente detto anche il fronte del no in campagna elettorale!. Personalmente ho contribuito a redigerne il quesito e ho partecipato alla sua difesa di fronte alla Corte Costituzionale il 12 gennaio. La Corte era stata chiarissima nel ribadire che ogni quesito costituiva un referendum separato rispetto agli altri. La Corte aveva inoltre acclarato che Il primo quesito aveva come intento politico quello di riequilibrare il rapporto fra pubblico e privato nella gestione dei servizi pubblici locali che, ad avviso dei promotori, il decreto Ronchi-Fitto aveva stravolto tramite l'obbligo di messa a gara.
Quanto sta succedendo è di una gravità politica giuridica e costituzionale inaudita. A soli due mesi da un voto popolare espresso si ripropone il provvedimento abrogato negli identici termini di forma e di sostanza. Sul piano giuridico, se il governo avesse deciso ieri di privatizzare l'acqua non ci sarebbe stata alcuna differenza. L'Europa non può imporre ad un paese membro provvedimenti incostituzionali. Questo si sarebbe dovuto rispondere a Trichet e Draghi.
Il Presidente Napolitano ha adesso un dovere costituzionale di intervenire su questo punto. Il fronte di difesa dei beni comuni non può fare lo sconto a nessuno.



sabato 16 luglio 2011

Novità sul trasporto pubblico locale

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Nel prossimo consiglio comunale di San Casciano del 18 luglio si discuterà l'adesione del comune di San Casciano alla convenzione tra Regione Toscana, province e comuni per l'esercizio associato delle funzioni in materia di trasporto pubblico locale.
La convenzione è finalizzata alla gestione del servizio in un unico ambito regionale attraverso l'affidamento tramite gara unica. Tutto potrà succedere...anche che il trasporto pubblico nel Chianti venga gestito in futuro da una multinazionale...E i comuni sempre meno partecipi della gestione del servizio e il servizio sempre più lontano dal controllo dei territori e della collettività.
Ma non c'è stato un referendum il 12-13 giugno scorso? Il voto popolare ha dato chiara indicazione  chiedendo un percorso trasparente per la gestione pubblica dei servizi locali. Infatti l'abrogazione dell'art.23 bis del decreto Ronchi permette la gestione “in house”, cioè pubblica, di acqua, rifiuti e autobus. I comuni sono liberi di scegliere che fare.
Sarebbe giusto partire da questo e provare a fare considerazioni rispettose dell'esito referendario.
E' necessaario che, in attesa di una nuova legge nazionale, sul territorio si fermino tutti i processi di riforma della gestione dei servizi, a partire dalle gare di ambito per i rifiuti, di quella unica regionale per il trasporto pubblico e del processo di aggregazione dei gestori del servizio idrico.
Niente di tutto ciò sta avvenendo con questa convezione della Regione Toscana, nessun approfondimento, non c'è tempo per discutere, si chiede ai comuni l'approvazione... punto e basta!
E la gestione in ambito regionale con affidamento attraverso gara aperta non dà alcuna certezza di efficienza, risparmio, investimenti per migliorare la qualità del servizio dei trasporti. Ci dicono che è indispensabile per fronteggiare i tagli dei trasferimenti statali alla Regione. Giusto, i tagli ci sono, ma occorre scegliere quale sia lo strumento giusto per far fronte alla situazione.
Dopo i referendum le Amministrazioni ad ogni livello dovrebbero iniziare un percorso che permetta la gestione pubblica e partecipata dei servizi essenziali, rimettendo in discussione la logica di mercato e lo spirito aziendalista. Un nuovo governo partecipato dei beni comuni (quindi anche del nostro trasporto locale), capace di coinvolgere in modo diretto utenti e lavoratori, una gestione legata al territorio (quindi in mano ai nostri Comuni), e non a quelli di altre province o regioni magari attraverso grandi società quotate in Borsa. Da qui dovremmo partire, come sostenevano i promotori dei referendum. Questa convenzione non ci sembra proprio che vada in questa direzione.
E l'Amministrazione di San Casciano? Vuol guardare avanti, impegnarsi a non tradire lo spirito del referendum o continuerà a privilegiare l'unico “fronte” del pedaggiamento dell'Autopalio?

mercoledì 29 giugno 2011

Acqua, gas, rifiuti in borsa. Ecco come ripubblicizza il sindaco Renzi. Referendum tradito.

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Acqua, gas, rifiuti e (forse) anche latte e trasporti. Questo il profilo di ‘Firenze Holding’, la super-societa’ che, nelle intenzioni del sindaco Matteo Renzi, nell’arco di sei mesi inglobera’ le partecipazioni di Palazzo Vecchio nelle societa’ che gestiscono servizi pubblici con l’obiettivo poi di presentarsi al mercato azionario. ”Entro l’anno – ha annunciato Renzi lunedi’ scorso in consiglio comunale – vogliamo creare una sola societa’, che si chiamera’ ‘Firenze Holding’, a cui conferire le partecipazioni delle varie aziende e che abbia la funzione di regia strategica”. La holding, ha precisato, parlando con i giornalisti dopo il suo intervento, ”avra’ un piano industriale e decidera’ cosa e come portare all’attenzione del mercato”. Al momento Renzi non e’ entrato nello specifico del progetto. Nel perimetro della holding pero’, si apprende da fonti di Palazzo Vecchio, entrera’ sicuramente Publiacqua (presidente Erasmo D’Angelis), che fino al 2021 ha la concessione per la gestione del servizio idrico integrato dell’Ambito Territoriale Ottimale 3 Medio Valdarno che interessa 4 province (Firenze, Prato, Pistoia e Arezzo). Nei 49 Comuni serviti abita un terzo della popolazione regionale (circa 1.277.000 abitanti) e sono localizzate le principali attivita’ economiche della Toscana. Publiacqua e’ per il 60% in mano a soci pubblici (il Comune di Firenze e’ al 21,67%, secondo socio dietro a Consiag 24,9%) e per il 40% ai privati raccolti in Acque Blu Fiorentine, che al suo interno ha Acea (68,99%), Suez Environnement (22,83), Mps (8). Uno dei compiti della Holding sara’ proprio il riacquisto del 40% dai privati. Un’operazione che potrebbe costare circa 100 milioni. Le risorse, lo ha ammesso lo stesso Renzi, potrebbero venire dalla vendita totale o parziale della Mukki, la Centrale del latte di Firenze, per cui gia’ in passato c’erano stati rumors su interessamenti da parte di soggetti come Parmalat. Mukki (presidente Lorenzo Marchionni) e’ controllata per il 42,8% dal Comune di Firenze, per il 23,8% da FidiToscana, la finanziaria della Regione, per il 18,416% dal Comune di Pistoia, per l’8% dalla Camera di Commercio di Firenze, per il 6,7% da Provincia, Comune di Livorno e dell’area Livornese. Cassa di risparmio di Firenze e Bnl detengono entrambe lo 0,003%. Di Firenze Holding fara’ parte anche Quadrifoglio (presidente Giorgio Moretti) l’azienda a capitale pubblico di servizi ambientali che opera sul territorio comunale di Firenze e di altri 11 comuni dell’area. Tra l’altro domani sono attese l’offerte per il nuovo termovalorizzatore dell’area fiorentina. Sara’ conferita la partecipazione in Toscana Energia (frutto della fusione di Fiorentinagas e Toscana Gas), il quinto operatore nel settore della distribuzione del gas a livello nazionale. Presieduta da Lorenzo Becattini, vede oltre 90 Comuni detenere il 51,28% (Palazzo Vecchio ha in mano il 20,6%) e Italgas (gruppo Eni) il 48,13%. Gestisce la rete di distribuzione di metano in 106 comuni con 1 miliardo e 100 milioni di metri cubi di gas vettoriato annualmente, un fatturato nel 2010 di 108,54 mln di euro (+24%) e un utile netto di 32 mln di euro (+ 51%). Da vedere se nella holding entrera’ anche la quota detenuta nell’aeroporto Vespucci (2,184% conferito al patto di sindacato che riunisce i soggetti pubblici) mentre da tempo Renzi ha il progetto di ristrutturare e semplificare tutte le aziende che si occupano di trasporto pubblico e strade. Sul primo fronte ci sono Ataf, per cui e’ in corso l’iter per la cessione a privati di una quota di minoranza (a breve e’ atteso il rapporto degli advisor), e Li.nea. Sul secondo c’e’ una ‘galassia’ che comprende Firenze Parcheggi, Sas e anche Silfi, la societa’ dell’illuminazione pubblica. Se e come faranno parte di ‘Firenze Holding’ e’ ancora da vedere. Per quanto riguarda la borsa, le strade potrebbero essere due: la quotazione della stessa Holding o di parte delle singole societa’ sottostanti. Su questo il ‘nodo’ non e’ stato ancora sciolto e una decisione derivera’ anche dalle opportunita’ del momento e dal mercato. Fonte Asca

venerdì 25 marzo 2011

Domanda di attualità sul trasporto pubblico: la risposta dell'assessore Masi

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Ebbene, i disservizi che abbiamo definito “incredibili” nella nostra domanda di attualità sono stati considerati dall'assessore “inevitabili”. Gli orari, ha spiegato, sono via via aggiornati mensilmente e non è possibile l'adeguamento per le bacheche delle fermate.
L'assessore ha confermato gli aumenti a partire dal 1° aprile e ha considerati anche questi “inevitabili” dato che le tariffe non subivano incrementi dal 2006.
La Regione Toscana partirà con una revisione del servizio, per arrivare nel 2012 ad un'unica gara di ambito regionale per l'affidamento del servizio (ferro e gomma). Per questo l'Amministrazione comunale intende aprire un osservatorio per monitorare il servizio e raccogliere le esigenze che i cittadini vorranno evidenziare.
Da non credere, dopo oltre tre mesi l'azienda non è in grado di aggiornare progressivamente la mappa delle linee degli autobus....Gli orari non ci sono e non ci saranno chissà per quanto! Possiamo davvero dire oltre al danno anche la beffa! E purtroppo dobbiamo constatare che l'Amministrazione di San Casciano considera quasi normale ciò che sta accadendo e quindi non ritiene possibile intervenire presso l'azienda per trovare una soluzione al problema!
Per gli aumenti consideriamo ingiusto che siano fortemente penalizzati gli utenti abituali, studenti e pendolari, che già devono sostenere un peggioramento notevole del servizio a causa dei tagli dei trasferimenti dallo Stato alle Regioni.
Proprio nella prospettiva di una revisione complessiva del servizio a livello regionale, occorre ribadire la centralità e la priorità del trasporto pubblico rispetto a quello privato. Se vogliamo incentivare l'uso del mezzo pubblico si deve puntar sulla qualità del servizio ed elaborare un piano di area, anche proponendo soluzioni innovative: collegamenti intensivi con le frazioni, l'introduzione di mezzi alternativi come le auto “a chiamata” o “a condivisione”.
Finora gli investimenti hanno favorito essenzialmente l'uso del mezzo privato (strade, circonvallazioni, parcheggi). Occorre un'inversione di tendenza. Sarebbe auspicabile che la stessa mobilitazione espressa dall'amministrazione di San Casciano e dagli altri comuni del Chianti per il temuto pedaggiamento dell'Autopalio, fosse visibile per difendere e rilanciare il servizio di trasporto pubblico: questa sì sarebbe una scelta virtuosa e lungimirante nell'interesse del territorio e dei cittadini.

Caos alle fermate degli autobus. Orari vecchi o inesistenti: proteste

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La Nazione, 20marzo 2011


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Trasporto pubblico, indietro tutta

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Il Nuovo Corriere di Firenze, 20 marzo 2011
Domanda di attualità presentata in Consiglio Comunale da Laboratorio per un'altra S.Casciano/PRC
"Corse tagliate, biglietti più cari da aprile e i cittadini non sono informati"
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domenica 20 marzo 2011

TRASPORTI PUBBLICI: AUMENTI E DISSERVIZI

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IN OCCASIONE DEL PROSSIMO CONSIGLIO COMUNALE LABORATORIO PER UN'ALTRA SAN CASCIANO-RIFONDAZIONE COMUNISTA PRESENTA UNA DOMANDA DI ATTUALITÀ PER CHIEDERE AL SINDACO CHIARIMENTI IN MATERIA DI TRASPORTO PUBBLICO E IN PARTICOLARE SUI PROSSIMI AUMENTI DELLE TARIFFE E SULLA CATTIVA INFORMAZIONE SU CORSE E ORARI DEL SERVIZIO. 
A seguito delle riduzioni economiche dei trasferimenti dallo Stato alle Regioni stiamo assistendo a notevoli tagli alle linee del trasporto pubblico con la drastica riduzione di gran parte dei collegamenti tra il capoluogo e le frazioni e una diminuzione delle corse anche sulle tratte più frequentate, prime tra tutte  le corse tra il capoluogo e Firenze,  con il conseguente peggioramento della qualità del servizio (corse sovraffollate negli orari di punta, ecc).
Oltre al danno la beffa. Dalle bacheche poste presso le fermate sono spariti i vecchi orari (o riportano il messaggio “GLI ORARI SONO IN AGGIORNAMENTO”), ma a quasi tre mesi dalla riorganizzazione del servizio non sono stati sostituiti con i nuovi orari aggiornati. Solo nelle fermate principali sono stati affissi avvisi stampati su carta comune che in molti casi non hanno resistito alle intemperie e risultano pressoché illeggibili. Incredibile, ma vero: nell’era della tecnologia avanzata, gli orari del trasporto pubblico locale sono una chimera, si va per “sentito dire” per il forse, non so,  aspetti, ecc, ecc, ecc,.
Ma gli ostacoli all’utilizzo del trasporto pubblico nel comune di San Casciano e più in generale nel Chianti non sono finiti. La provincia di Firenze d’accordo con i Comuni (come dichiara l’assessore provinciale ai Trasporti Stefano Giorgetti in un comunicato stampa del 11/3/2011) ha stabilito dal primo aprile un aumento tariffario dell’8%. Da qui il paradosso per cui ad un peggioramento del servizio corrisponde un aumento del costo.
Per questo si domanda al Sindaco se ritiene necessario sollecitare l’azienda di trasporto pubblico affinché apponga alle fermate degli autobus i nuovi orari (anche se provvisori) in modo che se non si riesce ad avere un buon servizio di trasporto pubblico, almeno si abbia un servizio di informazione adeguato.
Si chiede inoltre nel caso che l'aumento delle tariffe sia già deciso, di intervenire per richiedere che gli aumenti tariffari almeno non ricadano sugli abbonati (studenti e pendolari).
Come Laboratorio per un'Altra San Casciano-Rifondazione Comunista ha già sostenuto in passato ci pare che non si sia usata da questa Amministrazione la forza e la visibilità usata per altri temi!
Occorre un ripensamento delle politiche dei trasporti a livello territoriale, attraverso il coinvolgimento dei cittadini, nell'ottica di incentivare l'uso del mezzo pubblico, anche in vista della riorganizzazione del servizio pubblico regionale di prossima attuazione.

giovedì 4 novembre 2010

La stangata corre sul pullman

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Il nuovo corriere di Firenze, 4 novembre 2010

La consigliera di opposizione Lucia Carlesi: "Aumenti del 35% e gli amministratori non parlano"

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Nuova stangata sui pendolari del Chianti. Bus: meno corse e abbonamenti più cari

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La nazione, 4 novembre 2010

La Sita deve ancora definire le tariffe ufficiali, ma si ipotizzano rincari consistenti


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domenica 24 ottobre 2010

Bus di linea a rischio tagli. Tutti preoccupati

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La nazione, 24 ottobre 2010

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San Casciano Val di Pesa • Gruppo consiliare Laboratorio per un’Altra San Casciano - Rifondazione Comunisti Italiani