Il gruppo consiliare dà la sua adesione all'Alterpiano per la gestione dei rifiuti elaborato dal Coordinamento dei Comitati dell'Ato Toscana Centro.
Ecco la sintesi di Alterpiano, piano a combustione zero elaborato dal Coordinamento dei Comitati ATO Toscana Centro in alternativa al Piano Interprovinciale per la gestione dei rifiuti.
Acqua, gas, rifiuti e (forse) anche latte e trasporti. Questo il profilo di ‘Firenze Holding’, la super-societa’ che, nelle intenzioni del sindaco Matteo Renzi, nell’arco di sei mesi inglobera’ le partecipazioni di Palazzo Vecchio nelle societa’ che gestiscono servizi pubblici con l’obiettivo poi di presentarsi al mercato azionario. ”Entro l’anno – ha annunciato Renzi lunedi’ scorso in consiglio comunale – vogliamo creare una sola societa’, che si chiamera’ ‘Firenze Holding’, a cui conferire le partecipazioni delle varie aziende e che abbia la funzione di regia strategica”. La holding, ha precisato, parlando con i giornalisti dopo il suo intervento, ”avra’ un piano industriale e decidera’ cosa e come portare all’attenzione del mercato”. Al momento Renzi non e’ entrato nello specifico del progetto. Nel perimetro della holding pero’, si apprende da fonti di Palazzo Vecchio, entrera’ sicuramente Publiacqua (presidente Erasmo D’Angelis), che fino al 2021 ha la concessione per la gestione del servizio idrico integrato dell’Ambito Territoriale Ottimale 3 Medio Valdarno che interessa 4 province (Firenze, Prato, Pistoia e Arezzo). Nei 49 Comuni serviti abita un terzo della popolazione regionale (circa 1.277.000 abitanti) e sono localizzate le principali attivita’ economiche della Toscana. Publiacqua e’ per il 60% in mano a soci pubblici (il Comune di Firenze e’ al 21,67%, secondo socio dietro a Consiag 24,9%) e per il 40% ai privati raccolti in Acque Blu Fiorentine, che al suo interno ha Acea (68,99%), Suez Environnement (22,83), Mps (8). Uno dei compiti della Holding sara’ proprio il riacquisto del 40% dai privati. Un’operazione che potrebbe costare circa 100 milioni. Le risorse, lo ha ammesso lo stesso Renzi, potrebbero venire dalla vendita totale o parziale della Mukki, la Centrale del latte di Firenze, per cui gia’ in passato c’erano stati rumors su interessamenti da parte di soggetti come Parmalat. Mukki (presidente Lorenzo Marchionni) e’ controllata per il 42,8% dal Comune di Firenze, per il 23,8% da FidiToscana, la finanziaria della Regione, per il 18,416% dal Comune di Pistoia, per l’8% dalla Camera di Commercio di Firenze, per il 6,7% da Provincia, Comune di Livorno e dell’area Livornese. Cassa di risparmio di Firenze e Bnl detengono entrambe lo 0,003%. Di Firenze Holding fara’ parte anche Quadrifoglio (presidente Giorgio Moretti) l’azienda a capitale pubblico di servizi ambientali che opera sul territorio comunale di Firenze e di altri 11 comuni dell’area. Tra l’altro domani sono attese l’offerte per il nuovo termovalorizzatore dell’area fiorentina. Sara’ conferita la partecipazione in Toscana Energia (frutto della fusione di Fiorentinagas e Toscana Gas), il quinto operatore nel settore della distribuzione del gas a livello nazionale. Presieduta da Lorenzo Becattini, vede oltre 90 Comuni detenere il 51,28% (Palazzo Vecchio ha in mano il 20,6%) e Italgas (gruppo Eni) il 48,13%. Gestisce la rete di distribuzione di metano in 106 comuni con 1 miliardo e 100 milioni di metri cubi di gas vettoriato annualmente, un fatturato nel 2010 di 108,54 mln di euro (+24%) e un utile netto di 32 mln di euro (+ 51%). Da vedere se nella holding entrera’ anche la quota detenuta nell’aeroporto Vespucci (2,184% conferito al patto di sindacato che riunisce i soggetti pubblici) mentre da tempo Renzi ha il progetto di ristrutturare e semplificare tutte le aziende che si occupano di trasporto pubblico e strade. Sul primo fronte ci sono Ataf, per cui e’ in corso l’iter per la cessione a privati di una quota di minoranza (a breve e’ atteso il rapporto degli advisor), e Li.nea. Sul secondo c’e’ una ‘galassia’ che comprende Firenze Parcheggi, Sas e anche Silfi, la societa’ dell’illuminazione pubblica. Se e come faranno parte di ‘Firenze Holding’ e’ ancora da vedere. Per quanto riguarda la borsa, le strade potrebbero essere due: la quotazione della stessa Holding o di parte delle singole societa’ sottostanti. Su questo il ‘nodo’ non e’ stato ancora sciolto e una decisione derivera’ anche dalle opportunita’ del momento e dal mercato. Fonte Asca
Il tecnico sull’invasione dei rifiuti a Napoli: “É una guerra”
di Enrico Fierro
Dottor Rossi, chi sta sabotando la raccolta dei rifiuti? Chi vuole Napoli eternamente sommersa dalla monnezza?
Raphael Rossi, mette da parte grafici e fascicoli, cerca di placare i due telefoni che gli squillano in continuazione, fissa l’ultimo appuntamento della giornata, “sì, parla col maresciallo, faremo un giro
di ricognizione insieme, stanotte”, alla fine risponde.
“Quando contemporaneamente in dieci punti della città scoppiano incendi dei cumuli di rifiuti, ci sono persone che trascinano i cassonetti dai marciapiedi alla strada, e parallelamente esplodono problemi con le ditte appaltatrici, beh, parlare di pressioni indebite sull’amministrazione comunale non è affatto sagerato. Sui rifiuti a Napoli si combatte una guerra, noi stiamo dalla parte di chi lavora per uscire dall’emergenza e delineare un nuovo piano, altri sono aggrappati l vecchio sistema di interessi e privilegi che in questi
anni è cresciuto sull’emergenza ”. Guerra della monnezza a Napoli, con barricate e roghi, guerra a Caivano e
Acerra, dove non vogliono i “siti di trasferenza” (strutture dove si possono depositare i rifiuti per almeno 72 ore) e protestano con i sindaci in testa.
Commercianti che chiudono le serrande, le strade del centro cittadino dove l’aria è irrespirabile per i miasmi.
Raphael Rossi dirigeva l’azienda per la raccolta dei rifiuti a Torino, appena eletto, Luigi de Magistris lo ha voluto alla testa dell’Asia, l’azienda-carrozzone che a Napoli dovrebbe fare altrettanto con i risultati che tutta Italia vede ogni sera in tv. Tecnico capacissimo è conosciuto dal grande pubblico per aver rifiutato una tangente e denunciato sprechi e tentativi di corruzione. Oggi è nel cuore di quella tempesta perfetta tutta napoletana fatta di monnezza, camorre, interessi, emergenza.
Dottor Rossi parliamo ancora dei sabotaggi. Dove vogliono arrivare? “Ad ottenere cose che noi non possiamo dare. Abbiamo tanti difetti, anche quello di rispettare le leggi. In questi giorni ho dovuto affrontare
appaltatori che lavorano con Asia e che chiedono la forfettizzazione degli straordinari per lavorare. Una cosa assurda tecnicamente e legalmente”. Nel centro cittadino,Quartieri Spagnoli, via Toledo,la situazione è insostenibile,chi si occupa dellaraccolta? E’ una ditta che ha un subappalto con noi e che nei giorni scossi non ha effettuato a dovere il servizio di raccolta. E si tratta di circa 300 tonnellate al giorno sulle 1250 circa prodotte dall’intera città”. Lavajet ha ereditato i lavoratori della ditta Enerambiente,gravata da una interdittiva antimafia e al centro di una recente inchiesta che ha coinvolto anche personaggi politici del Pdl, è quella la ditta? “Esattamente”. E’ vero che i mezzi dell’Asia che si sono avventurati nelle zone di competenza di Lavajet per raccogliere i rifiuti sono stati danneggiati? “Abbiamo avuto molti problemi”.
Mi perdoni, ma se c’è un contenzioso con questa e altre imprese del subappalto, perché non revocate i contratti?
“Questo suggerisce il buonsenso, ma la realtà ci dice che per revocare un appalto ci vogliono due cose: il tempo (i contenziosi sono lunghissimi) e il danaro. E sono le due cose che in questo momento mancano”. Ha sbagliato il sindaco a dire che in cinque giorni avreste ripulito Napoli?
“Polemica assurda, quei tempi erano perfettamente compatibili dal punto di vista tecnico. Abbiamo avuto due difficoltà: l’atteggiamento di Lavajet che ha lasciato a terra 300 tonnellate di rifiuti che notte dopo notte né di Asia né del Comune, ma di Provincia e Regione.
Mancano i siti e gli impianti di lavorazione vanno a rilento. Noi raccogliamo, ma i tempi di sversamento sono
lnghissimi”.
Quanti rifiuti ci sono a terra in questo momento? (Otto della sera di ieri,ndr).
“2500 tonnellate, due giorni di produzione di rifiuti, qualcosa come 250 camion”.
Il decreto che il governo non ha ancora approvato e che consentirebbe il trasporto dei rifiuti in altre regioni, risolverebbe qualche problema?
“Ci darebbe quell’o s s i ge n o che oggi ci manca, cambierebbe totalmente lo scenario perché abbiamo già individuato siti, definito accordi con le Regioni, insomma avremmo quella serenità che oggi ci manca per programmare altri interventi”.
Prima di parlare del futuro,da domani che farete?
"Da stanotte, come vede sono le otto della sera e sono in azienda con i miei tecnici, stanotte usciranno i nostri mezzi per la raccolta, aggrediremo come stiamo facendo le zone dove la situazione è più drammatica, ma inevitabilmente saremo costretti a trascurarne altre. E in più lavoriamo al piano presentato dal sindaco, aumento della differenziata e porta a porta da estendere a 325 mila abitanti. Oggi siamo fermi a 146 mila,
l’obiettivo è trattare i rifiuti della differenziata sul territorio e non trasportarli altrove.
Un piano che, come vede, proietta Napoli a livello delle altre città europee estendendo quei bellissimi risultati
che esistono, ma purtroppo solo su alcuni quartieri”.
La fusione societaria Safi Quadriglio ci viene presentata come la soluzione per la gestione dei rifiuti nella provincia di Firenze. A nostro giudizio le cose non stanno così.
Le Amministrazioni locali da tempo hanno rinunciato a svolgere un ruolo diretto nella gestione dei servizi pubblici essenziali, lasciando la gestione dei rifiuti, acqua e trasporti a società per azioni e ricoprendo un duplice e contraddittorio ruolo di controllori, come amministrazioni pubbliche, e controllati come azionisti.
Il governo dell'impresa è stato assunto come modello di gestione dei servizi, quindi è prevalso l'obiettivo, legittimo per società di diritto privato, del profitto che, gioco forza, viene caricato sulle tariffe, cioè sulle tasche dei cittadini. Non c'è più spazio né funzione per i beni comuni pubblici.
Le politiche perseguite ormai da anni di aziendalizzazione e privatizzazione dei servizi locali di pubblica utilità non hanno mantenuto le promesse fatte di efficienza e risparmio: i servizi non migliorano, non abbiamo maggiore efficienza e le tariffe aumentano in modo consistente: Publiacqua Spa., già privatizzata al 40%, in tal senso insegna.
Pensiamo che la fusione Safi-Quadrifoglio relegherà ancor di più le amministrazioni del Chianti a un ruolo marginale nella gestione del servizio (il comune di Firenze detiene oltre l'80% delle quote azionarie), il controllo e la trasparenza saranno ancora più problematici e incerti, i cittadini meno tutelati.
La nuova Spa è solo l'inizio del cambiamento: presto avremo ulteriori concentrazioni societarie finalizzate alla creazione di un gestore unico dei rifiuti per le province di Firenze Prato e Pistoia e andremo a grandi passi verso la privatizzazione almeno al 40% in vista delle gare per l'appalto della costruzione degli inceneritori (per l'impianto della Piana le grandi holding Hera e Veolia si sono già candidate).
La società avrà come obiettivo prioritario la costruzione degli impianti di incenerimento, vero e unico interesse economico di tutta l'operazione. Se l'inceneritore di Testi non fosse realizzato, i comuni del Chianti dovranno rispondere economicamente del mancato realizzo: un atto di pressione fortissimo perché le nostre comunità accettino la costruzione dell'inceneritore di Testi.
Sono scelte deleterie per i cittadini e per il territorio. La futura Spa avrà grande interesse a costruire l'inceneritore. Crediamo che l'interesse della collettività, dell'ambiente e della salute, beni comuni per eccellenza, stia da un'altra parte: politiche concrete per la riduzione dei rifiuti, riuso, riciclo e recupero dei materiali, pianificazione di area del servizio di raccolta porta a porta con tariffazione puntuale. Per queste scelte noi continueremo ad impegnarci; scelte prioritarie che sono state adottate da un numero sempre più esteso di Comuni (Capannori, Montespertoli, etc.), dimostrandone così i vantaggi in termini economici, ambientali e occupazionali.
La realtà è che queste società sono sempre più distanti dai territori, sempre più attente al profitto e alla creazioni di posizioni di potere per i politici, sempre meno finalizzate a rappresentare l'interesse della collettività.
Ci dovremmo invece orientare verso modelli innovativi di “pubblico partecipato”, recuperando la centralità del soggetto pubblico in questioni centrali per la vita e il benessere delle popolazioni.
Con il primo gennaio 2011 è entrato in vigore il divieto di commercializzare i sacchetti di plastica
e viene data agli esercizi commerciali la possibilità di esaurire le
scorte a titolo gratuito per il cliente. Il Ministero dello sviluppo
economico ha emesso una recente nota specificando che i sacchetti
biodegradabili permessi sono esclusivamente quelli che rispondono ai
requisiti di biodegradabilità e compostabilità definiti dalla norma
tecnica armonizzata UNI EN 13432.
Non essendo però stati pubblicati
decreti attuativi o circolari informative resta ancora da capire quali
tipologie di sacchi da asporto (con o senza manici) sono vietati, quali
comparti del commercio verranno interessati dal provvedimento e le
modalità di applicazione di meccanismi sanzionatori.
In attesa di ulteriori sviluppi restano quanto mai validi gli obiettivi e la battaglia che la campagna Porta la Sporta, con il supporto del suo sito conduce da oltre 18 mesi
con attività di comunicazione capillare verso tutti gli enti locali
italiani: comuni, provincie, regioni, ma anche nei confronti dei gruppi
della grande distribuzione, associazioni del commercio e singoli
cittadini.
Non è un caso che il termine “sporta” venga ora usato anche nelle regioni italiane dove era precedentemente sconosciuto.
L’obiettivo primario della Campagna Porta la Sporta è quello di eliminare
progressivamente le soluzioni ‘usa e getta’ quando si hanno a
disposizione per lo stesso utilizzo delle soluzioni a più basso impatto
ambientale. L’usa e getta più impattante è quello prodotto con la plastica, un materiale che come ormai tutti sanno non si biodegrada e che rispetto all’uomo ha una vita ‘eterna’.
Il sacchetto, che non è certamente il nemico numero uno per l’ambiente, rappresenta però l’emblema del nostro consumismo
e l’oggetto più presente del nostro quotidiano che accompagna tutti i
nostri acquisti. Allo stesso tempo è l’oggetto di cui possiamo fare più
facilmente a meno dotandoci di una serie di borse riutilizzabili.
La campagna Porta la Sporta a partire dal racconto sul sacchetto di
plastica vuole far ragionare sull’uso improprio della plastica nell’usa e
getta e sull’assurdità di andare a sprecare energia e risorse preziose
per soddisfare comodità momentanee e compromettere il futuro delle
generazioni a venire.
Il consumismo è riuscito a farci
considerare normale e di inderogabile necessità la presenza nel nostro
quotidiano di centinaia di oggetti usati per pochi minuti, ma anche
qualche giorno o settimana, che, quando smaltiti, permangono per
centinaia di anni nell’ambiente o nelle discariche: liberando sostanze
chimiche potenzialmente tossiche per la salute animale e umana o, quando
bruciate, producendo tossine e nano polveri.
Per non parlare dei mari e degli oceani ridotti a discariche dove vaste aree vengono denominate dai ricercatori marini plastic soup
minestroni più o meno densi di oggetti o frammenti di plastica di varia
misura che si scompongono lentamente sino ad arrivare alle dimensioni
del plancton. In vaste aree degli oceani le particelle di plastica
superano come quantità il plancton di almeno sei volte e nelle zone più
inquinate si arriva a 30-40 volte, come documentano le ricerche della
Fondazione marina Algalita di Charles Moore.
La plastica con i suoi componenti
tossici ‘originali’, a cui si aggiungono altre sostanze chimiche
disperse nelle acque che la plastica assorbe e concentra in sé, è già
entrata nella nostra catena alimentare e nei nostri organismi con tutta
una serie di evidenti conseguenze sulla salute.
Abbiamo sprecato e fatto le cicale per
quasi 50 anni comprando oltre il necessario, adescati dalle sirene del
marketing al servizio di quell’economia che doveva crescere vendendo
sempre più beni: adesso non possiamo pretendere che non ci venga
presentato il conto.
Nel corso del 2010 siamo
arrivati ad esaurire, già ad agosto, le risorse che la terra è in grado
di produrre in un anno. Non possiamo pertanto ignorare che i
cambiamenti climatici, la perdita di biodiversità e la carenza di cibo e
acqua non siano chiari segnali del fatto che non potremo più continuare
a consumare ‘a credito’ senza conseguenze. Lo ha denunciato il Global Footprint Network che promuove la sostenibilità ambientale attraverso il calcolo dell’impronta ecologica, uno strumento di contabilità ambientale che misura le risorse naturali disponibili e quante ne usiamo.
La battaglia al sacchetto di plastica,
attiva in diverse parti del mondo, si sta indirizzando, (soprattutto in
California), verso un divieto del sacchetto di plastica e una parallela
tassazione dell’alternativa più gettonata negli USA, il sacchetto di carta.
In questo modo sembra essere possibile
aggirare eventuali ricorsi legali che sono stati intentati
dall’industria della plastica contro diverse cittadine californiane che
hanno emesso un divieto. I ricorsi presentati infatti erano per lo più
basati sulla contestazione che il sacchetto di carta, (l’opzione
permessa), fosse l’alternativa più ecologica. Penalizzando
economicamente il monouso in California si dimostra di non favorire un
puro passaggio a un altro materiale ‘usa e getta’ ma di
puntare a una soluzione riutilizzabile centinaia o migliaia di volte,
quella soluzione che gli studi di impatto ambientale o di analisi LCA
identificano come la più ambientalmente conveniente.
Nonostante il divieto per i sacchetti di plastica
si riveli un passo necessario nella maggior parte degli stati come
l’Italia (dove l’esempio dell’Irlanda che ha ridotto il consumo del 90%
con una tassazione dei sacchetti non ha fatto proseliti) è necessario
che venga accompagnato da una serie di misure di supporto che vadano a promuovere le soluzioni riutilizzabili rispetto all’usa e getta.
Tra le azioni possibili c’è la sensibilizzazione e l’educazione dei cittadini per renderli consapevoli, attraverso l’informazione, su quelle che sono le conseguenze ambientali di quelle azioni quotidiane.
Apparentemente banali, e inconsciamente
improntate al consumismo, moltiplicate per miliardi di individui, sono
responsabili di danni globali come l’inquinamento da plastica. Allo
stesso tempo si debbono offrire ai cittadini che vogliono ridurre la
propria impronta ecologica quei suggerimenti e quelle soluzioni alternative di consumo consapevole che siano di facile adozione e a portata di mano.
Su questo fronte si è mossa e distinta
la campagna Porta la Sporta coinvolgendo enti locali, associazioni,
scuole, gruppi della grande distribuzione, ecc., in diverse iniziative
finalizzate ad una riduzione nel consumo del sacchetto.
Ma i tempi dell’educazione e della
conoscenza sono necessariamente lunghi e non essendoci troppo tempo da
perdere vanno valutate allo stesso tempo delle misure che, facendo leva
sul portafoglio, raggiungano anche i soggetti meno recettivi.
Prevedibile, oltre che augurabile, è il fatto che i consumatori passino gradualmente all’utilizzo della borsa riutilizzabile
nei supermercati dopo aver realizzato che il sacchetto biodegradabile
costa almeno il doppio ed è più fragile di quello di plastica. Meno
automatico,l invece, si rivelerà il passaggio proprio in quei luoghi
dove vengono smerciate grandi quantità di sacchetti: nei negozi e nei
mercati rionali.
Tanti esercenti in mancanza di
iniziative comuni e condivise si limiteranno a inserire nei costi di
esercizio, e quindi nei prezzi, i maggiori costi che
l’approvvigionamento dei sacchetti biodegradabili comporta. Sopravviverà
così al divieto, nell’immaginario dei consumatori, l’illusione di avere il sacchetto gratis: proprio il malinteso che ha alimentato nei decenni la crescita smodata del consumo di sacchetti.
Porta la Sporta ha sollecitato le sedi
locali delle associazioni del commercio ad aderire alla campagna
invitando i loro associati a visitare il sito dell’iniziativa, a
prendere spunto dai suggerimenti e consigli a disposizione, a scaricare i
materiali (come volantini e locandine) allo scopo di perseguire una
scelta di trasparenza e correttezza: informando la clientela
sull’impatto dell’usa e getta, promuovendo l’utilizzo della sporta e
trovando sistemi efficaci per ridurre il consumo del sacchetto tra cui
anche addebitarne il costo al cliente.
A questo approccio che, rispetto
all’applicazione di un puro divieto, prevede un coinvolgimento degli
esercizi commerciali e la partecipazione attiva dei cittadini
sollecitati a sposare delle nuove abitudini, hanno creduto le
Amministrazioni di Venezia e Firenze che hanno adottato la nostra
campagna.
Per liberarsi del peso economico e
ambientale dell’imballaggio non c’è che la strada della sua eliminazione
ovunque possibile, le tre erre diventano almeno quattro perché ancor
prima di RIDUCI, RIUSA, RICICLA c’è RIFIUTA.
Il 25 dicembre è entrato in vigore il D.Lgs n. 205/2010 che recepisce l’ultima normativa europea di gestione dei rifiuti che indica come priorità la prevenzione del rifiuto
e cioè la sua non produzione. Se gli italiani non riescono a fare a
meno di utilizzare sacchetti monouso, che rappresentano lo spreco e il
rifiuto più facilmente evitabile, per motivazioni superficiali che vanno
dalla pigrizia, all’assuefazione alle comodità, alla mancanza di
organizzazione, come si può pensare che possano essere pronti ad altre
azioni necessarie per poter ridurre l’impatto ambientale degli attuali
stili di vita e contribuire a ridurre le emissioni di Co2 in modo
importante?
Nel corso del mese di gennaio 2011
avverrà il lancio della seconda edizione della Settimana Nazionale
Porta la Sporta promossa dall’Associazione dei Comuni Virtuosi, WWF,
Italia Nostra, Touring Club Italiano e con l’adesione del Coordinamento
Agende 21, e di Rifiuti 21 Network.
L’evento, alla sua seconda edizione,
coinvolgerà un ampio fronte di soggetti costituito da enti locali,
aziende, gruppi della grande distribuzione, associazioni dei consumatori
e del commercio, singoli negozi e cittadini e andrà a ribadire
l’importanza di intraprendere insieme un percorso sostenibile che
elimini lo spreco di risorse e di energia dalla prassi quotidiana.
PRESIDIO DELLE RETI DI MOVIMENTO TOSCANE A DIFESA DEI BENI COMUNI
in occasione
SEDUTA DEL CONSIGLIO REGIONALE DELLA TOSCANA
PER DIRE STOP - FERMATEVI
Soppressione degli ATO, istituzione dei Commissari regionali (acqua e rifiuti)
Basta attacchi ai Beni e ai luoghi Comuni . Alla privatizzazione della politica
BASTA RELEGARE A RUOLO DI STERILI SPETTATORI
Le Assemblee Elettive, i Sindaci, i Cittadini e i Comitati di Cittadinanza
AI CONSIGLIERI DELLA REGIONE TOSCANA, ALLA GIUNTA E AL PRESIDENTE DICIAMO:
SOTTRAETEVI DALL’ABBRACCIO DEI PREDONI DELL’ACQUA,
DALLA LOBBY DEGLI INCENERITORI, DEL SISTEMA INTEGRATO DI GESTIONE DEI IFIUTI E DELLE GRANDI OPERE INUTILI (multinazionali, banche, potentati finanziari)
E SCHIERATEVI A DIFESA DEI BENI E DEI LUOGHI COMUNI E A SALVAGUARDIA DELLA NOSTRA SALUTE
PROMUOVONO IL PRESIDIO:
Firmatari aggior. al 19/12/2010: Forum Toscano dei Movimenti per l’Acqua, Comitati toscani contro
l’incenerimento dei rifiuti, Italia Nostra Toscana, Forum Ambientalista Toscano, Rete dei Comitati per la difesa del territorio, Comitato contro il sottoattraversamento TAV Firenze, Centro Nuovo Modello di
Sviluppo, Medicina Democratica Nazionale, PerUnaltracittà-Lista di Cittadinanza, Ambiente e Salute –
Cittadinanza Attiva Toscana, Comitato Provinciale Siena Referendum Acqua Pubblica, Attac Chianti-
Valdelsa
Il comunicato stampa di Laboratorio per un'altra San Casciano-Rifondazione Comunista e la lista civica "Per una Cittadinanza Attiva" di Bagno a Ripoli.
RIFIUTI NEL CHIANTI:
OCCORRE SUBITO UNA PROPOSTA INNOVATIVA, ALTERNATIVA ALL'INCENERITORE DI TESTI E PARTIRE CON LA RACCOLTA PORTA A PORTA CON TARIFFAZIONE PUNTUALE
In queste settimane il tema della gestione dei rifiuti è quanto mai attuale. C'è discussione nei comuni del Chianti proprio sulla scelta di costruire l'inceneritore a Testi.
L'Amministrazione di Greve ha chiesto una moratoria di cinque anni , è un segnale importante che va sostenuto, adesso che è in discussione il piano interprovinciale per la gestione dei rifiuti e prosegue l'iter per la fusione Safi-Quadrifoglio.
Una gestione corretta dei rifiuti va pianificata escludendo l'incenerimento e qualsiasi soluzione tecnologica che preveda la combustione, scegliendo invece il riciclo e il riuso totale dei materiali post consumo. I comuni del Chianti di area Safi dovrebbero intraprendere questa strada, l'unica compatibile con il territorio, rispettosa delle risorse e della salute. Quindi, raccolta differenziata spinta con il metodo porta a porta e tariffa personalizzata per l'utente: chi differenzia paga meno!
Se la gestione dei rifiuti venisse così pianificata non ci sarebbero aumenti dei costi, anzi la raccolta dei rifiuti porta a porta costa meno per la collettività e produce sicuramente molti più benefici, rispetto alla raccolta tramite i cassonetti fissi stradali: otterremo riduzione dei rifiuti, aumento significativo della raccolta differenziata che deve essere finalizzato al recupero, riduzione della tariffa. Inoltre devono essere intraprese iniziative efficaci sulla riduzione degli imballaggi ed una adeguata campagna di informazione-comunicazione.
L'inceneritore previsto a Testi non è certamente a costo zero, richiede investimenti estremamente rilevanti a carico dei cittadini, tempi lunghi di realizzazione e determina conseguenze negative irreversibili per il territorio. E comunque perché prospettare un inceneritore quando potremo raggiungere il 70 -80% di raccolta differenziata da indirizzare concretamente alla filiera del recupero e del riciclo? Cosa brucerebbe allora l'inceneritore? Perché fare scelte che determineranno spreco di risorse, quando un impianto a freddo, costerebbe un decimo rispetto ad un inceneritore e sarebbe un impianto sicuro per la salute e rispettoso dell'ambiente?
La raccolta differenziata a San Casciano nei primi nove mesi del 2010 non arriva al 42%, ben al di sotto dei limiti imposti dalla normativa, così come a Bagno a Ripoli.
I tentativi che le Amministrazioni stanno portando avanti in questo periodo, il progetto Chianti Waste-less (un piano per la riduzione dei rifiuti) ad esempio, o la sperimentazione del porta a porta nel centro a San Casciano, sono azioni positive e un buon punto di partenza, ma rappresentano ben poco se rimangono degli optional aggiuntivi e non determinanti rispetto alle scelte politiche complessive e alla relativa pianificazione industriale che continuano a vedere nell'inceneritore la scelta fondante e prioritaria.
I sindaci del Chianti se davvero vogliono fare una scelta responsabile per “non fare la fine della Campania”, così come ha esordito il Sindaco Bartolini di Bagno a Ripoli in un recente comunicato stampa, pianifichino immediatamente un progetto di area per la raccolta domiciliare porta a porta, non stiano ad aspettare “l'inceneritore che verrà”, ci sembra che di tempo ne abbiano perso abbastanza!
IL PRIMO DICEMBRE GAIA HA PROCLAMATO LA GIORNATA MONDIALE CONTRO L’INCENERIMENTO DEI RIFIUTI E PER LE ALTERNATIVE.
Quest’anno la GLOBAL ALLIANCE for INCINERATOR ALTERNATIVES compie e celebra i primi suoi 10 anni di attività a partire dal primo dicembre che propone la ormai tradizionale GIORNATA DI ATTIVITA’ CONTRO I RIFIUTI E L’INCENERIMENTO.
DOMANDA DI ATTUALITA' SUL PIANO INTERPROVINCIALE RIFIUTI E SULL'APERTURA DEL PROCEDIMENTO DI VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA -VAS: QUALI RISPOSTE?
Nel corso della seduta del 30 settembre con la nostra domanda di attualità abbiamo chiesto se l'Amministrazione abbia inoltrato osservazioni al documento preliminare con il quale le amministrazioni provinciale di Firenze Prato e Pistoia hanno aperto il procedimento di VAS. L'assessore Savi ha risposto che l'Amministrazione di San Casciano non ha presentato alcun contributo, ritenendo il documento completo ed esaustivo.
Peccato, dal nostro punto di vista tante sarebbero potute essere le osservazioni. Sopratutto sarebbe stato giusto evidenziare come il documento presenti premesse veramente interessanti: raccolta differenziata con il metodo porta a porta al 65% al 2012, tariffazione puntuale, via i cassonetti dalle strade, raccolta dell'organico di qualità, per poi cadere in palesi incongruenze: infatti se si rispettano tali premesse come si può dichiarare compatibile e coerente la pianificazione di ben 4, forse 5, inceneritori nelle tre province? Perché non si presentano le possibili alternative?
Per l'Amministrazione di San Casciano invece va tutto bene...
Abbiamo chiesto un approfondimento nella commissione consiliare Ambiente e Territorio: stiamo ancora aspettando una risposta. Sarebbe utile una discussione anche tecnica e dettagliata prima del Consiglio Comunale straordinario aperto che abbiamo richiesto - e che speriamo si tenga a breve- sulla gestione dei rifiuti a San Casciano e nel Chianti.
Da “Il Fatto Quotidiano”
di Nello Trocchia e Tommaso Sodano (autori del libro La Peste dal 29 settembre in tutte le librerie)
Oggi si è fermata anche la prima delle tre linee di smaltimento dei rifiuti. Le altre due erano già fuori uso. Ma i costruttori di Impregilo battono cassa e aspettano 355 milioni di euro dopo l'ok arrivato il 16 luglio. Anche se, di quel collaudo, non si trovano i documentiSi potrebbe definire “il collaudo dei misteri”. E’ quello datato 16 luglio 2010 che avrebbe accertato il pieno funzionamento dell’inceneritore di Acerra. La notizia di questo collaudo, del quale non si è mai parlato in questi mesi, si ricava dal sito di Impregilo, la società milanese che ha costruito il forno dei miracoli: “Merita opportuna evidenza – si legge – il positivo collaudo definitivo del termovalorizzatore di Acerra, datato 16 luglio 2010. Tale risultato costituisce un’importante evidenza dell’eccellenza qualitativa che contraddistingue l’operato del Gruppo nei suoi settori strategici, con particolare enfasi in questo caso, stante la perdurante inadempienza delle amministrazioni pubbliche competenti nel pagamento al Gruppo dei rilevanti crediti maturati per tale opera, dalla quale le stesse amministrazioni stanno peraltro ottenendo significativi benefici sia economici sia operativi”.
Un collaudo definitivo, dunque, che dovrebbe sbloccare i soldi da incassare: 355 milioni di euro. Dalla provincia di Napoli (l’ente competente nella gestione dei rifiuti), fanno sapere che nessun documento relativo al collaudo in luglio è stato acquisito, nonostante le richieste. Insomma, è un mistero. “Il collaudo funzionale dell’impianto – si legge sul sito della protezione civile – è terminato il 28 febbraio 2010. Con l’esito positivo del collaudo è terminata la gestione provvisoria. E Partenope Ambiente ha assunto la gestione definitiva del termovalorizzatore di Acerra”. Peccato che qualche settimana dopo il fatidico 16 luglio l’inceneritore si è fermato: ora è completamente spento, nonostante le rassicurazioni dell’A2a, la società che lo gestisce e che ieri ha organizzato un tour con i giornalisti, in versione embedded, per ribadire che è tutto nella norma. A meno di 24 ore dal tour, la notizia: anche la prima linea di combustione è bloccata. Delle altre due linee che lo compongono, già si sapeva. Bloccate. L’inceneritore al momento, che doveva trattare 2 mila rifiuti al giorno, quasi un terzo di quanto prodotto in regione, è morto. “Riprenderà a funzionare entro un giorno”, rassicurano dall’A2a. Anche sui collaudi in passato non sono mancate le polemiche: a presiedere la commissione collaudi c’era Gennaro Volpicelli che ha seguito l’iter di sviluppo del forno di Acerra, persona preparata e competente, ma in leggero conflitto, visto che dal luglio 2009 ha assunto il ruolo di direttore dell’Arpac, l’agenzia regionale di protezione ambiente che si preoccupa di monitorare l’aria nei pressi dell’inceneritore.
Attorno al forno di Acerra si gioca una partita di soldi. L’Impregilo, i cui ex-vertici sono sotto processo per la disastrosa gestione dei rifiuti, deve incassare 355 milioni di euro dalle istituzioni, regione Campania o protezione civile che dovranno acquistare la proprietà dell’impianto. Qualcuno aspetta i soldi. In Impregilo c’è Igli Spa, dentro il gruppo Gavio, Benetton e Ligresti, tra i protagonisti anche dell’avventura in Cai. Ma un impianto fermo, come quello di Acerra, indurrebbe ad una verifica di una commissione indipendente sulla reale efficienza della struttura, prima di investire una somma così consistente.
Prima che si diffondesse la notizia che anche il primo forno è ko, un dirigente interno dell’A2a, che preferisce l’anonimato, dichiarava: “Altro che manutenzione. Fisia Babcock, che ha costruito il termovalorizzatore per conto di Impregilo, non ha messo le adeguate protezioni contro i fumi acidi prodotti dall’incenerimento della spazzatura. Immagino per risparmiare soldi o tempo. Inevitabilmente due forni su tre, il secondo e il terzo, sono saltati. Sono pieni di buchi. Vanno rifatti e per questo sono fermi. Quanto al primo, è piuttosto malmesso anch’esso. Stiamo facendo il possibile per tirare avanti, ma non escludiamo affatto che possa cedere da un momento all’altro”. E, infatti, oggi si è fermata anche la prima linea. Problemi anche alle caldaie che, si vocifera in assoluto anonimato, sarebbero made in China. Sarebbero. Le contraddizioni di un ciclo dei rifiuti mai avviato sono legate alla mancata politica di riduzione, anche con ordinanze ad hoc a partire da imballaggi e contenitori di plastica, fino all’assenza completa di un impianto di compostaggio in regione.
In un territorio a “libertà vigilata” , dove se ti avvicini a una discarica o a un inceneritore vieni fermato, la gestione di Bertolaso non ha prodotto, infatti, neanche un impianto per il trattamento della frazione umida che rappresenta il 35-40% dei rifiuti e chi raccoglie l’umido in Campania deve portarlo in Sicilia spendendo fino a 240 euro a tonnellata. Uno scandalo nello scandalo, un fiume di denaro sperperato in trasporti e società che strozzano le già difficili finanze dei comuni.
Da “Il Fatto Quotidiano” di Nello Trocchia e Tommaso Sodano (autori del libro La Peste dal 29 settembre in tutte le librerie) http://www.ilfattoquotidiano.it/
Laboratorio per un'altra San Casciano-Rifondazione Comunista interroga il sindaco Pescini dopo le sue dichiarazioni rilasciate al settimanale Metropoli in merito all'utilizzo e smaltimento delle ceneri residuo della combustione dei rifiuti bruciati dal gassificatore di Testi
Domanda di Attualità
Avendo letto le dichiarazioni rilasciate dal Sindaco al settimanale Metropoli del 16 luglio 2010 in merito alla vicenda dell'esposto presentato dalle Associazioni Ambientaliste sullo smaltimento delle ceneri del gassificatore di Testi
Si domanda
Come tali affermazioni si concilino con le risposte di diverso tenore forniteci sulla stessa vicenda dalla Sua amministrazione in occasione della nostra mozione “Autorizzazione alla costruzione ed esercizio centrale turbogas di Testi: chiarimenti in merito alla demolizione silos contenenti ceneri provenienti dal gassificatore” discussa il 5 ottobre 2009.
Infatti in tale sede ci fu detto che le ceneri di combustione del gassificatore erano state utilizzate almeno in parte nella lavorazione del cemento al posto della pozzolana in quanto assimilabili a lignite, senza che Lei presente alla seduta smentisse tale dichiarazione.
PRESENTATI DUE EMENDAMENTI ALLA DELIBERA DI CONFERIMENTO IN PROPRIETA' DEGLI IMPIANTI DI TESTI E SIBILLE A SAFI SPA
Siamo nettamente contrari alla vendita del patrimonio pubblico ad una società per azioni (Safi) e alla prossima fusione Safi-Quadrifoglio: non si tutela la collettività e l'efficienza del servizio puntando tutto sulla gestione da parte di società per azioni. Non ci saranno scelte positive e sostenibili per il trattamento dei rifiuti se il gestore (oggi Safi, domani Safi-Quadrifoglio o come si chiamerà) avrà come principale obiettivo la realizzazione degli inceneritori previsti dai piani provinciali, invece che incentrare i piani industriali sulla riduzione dei rifuti, il riuso e il riciclo della materia. Presentiamo due emendamenti con l'obiettivo di favorire la trasparenza e il controllo degli atti da parte dei Consigli Comunali, proprio nel momento più delicato della fusione.
Nel primo emendamento chiediamo che il consiglio di amministrazione di Safi, a fusione societaria conclusa, predisponga una relazione dettagliata sui passaggi della fusione stessa.
Nel secondo emendamento chiediamo che il consiglio di amminstrazione della nuova società si impegni a predisporre nei due mesi successivi il piano industriale.
Il Laboratorio per un'altra San Casciano critica la scelta di Testi e invoca politiche per lo smaltimento
CEMENTIFICIO PEGGIO DELL'INCENERITORE
Lucia Carlesi bacchetti il sindao Pescini e chiede una seduta aperta del Consiglio
INCENERITORE E GESTIONE DEI RIFIUTI NEL CHIANTI: E' DAVVERO IL MOMENTO DELLE SCELTE, CHIEDIAMO TRASPARENZA E CHIAREZZA NELLE DECISIONI.
Argomento all'ordine del giorno quello dei rifiuti, in particolare nel Chianti. Il Sindaco di Greve sembra aver posto molti dubbi sulla realizzazione di un inceneritore a Testi. L'Amministrazione di San Casciano invece difende strenuamente questa scelta. Entrambi i sindaci comunque si sono trovati d'accordo nel proporre il raddoppio del CDR (combustibile derivato da rifiuti) da utilizzare nel cementificio, quindi almeno 40.000 t/a di rifiuti. Così avremo comunque un inceneritore nel Chianti e della peggiore specie perché i cementifici sono impianti che non dispongono neanche dei sistemi di abbattimento minimi previsti per gli inceneritori. Ancora una volta una scelta lontana dagli interessi reali della gente e del territorio, presa continuando a sostenere una sempre presente “emergenza rifiuti”.
Giovedì 27 maggio alle ore 21.00 presso il salone consiliare del comune di Greve in Chianti si terrà un consiglio comunale in seduta aperta.
In discussione la scelta dell'inceneritore previsto nell'area di Testi.
Le liste di opposizione che si oppongono a questa previsione industriale presenteranno due mozioni.
BRUCIARE I RIFIUTI E' DANNOSO PER LA SALUTE E PER IL TERRITORIO, DISECONOMICO PER I CITTADINI. CI SONO LE ALTERNATIVE. LE ISTITUZIONI, SE VOGLIONO RAPPRESENTARE GLI INTERESSI DELLA COLLETTIVITA,' HANNO IL DOVERE DI FARE SCELTE INDIRIZZATE ALLA RIDUZIONE DEI RIFIUTI, AL RICICLO E RIUTILIZZO DEI MATERIALI, LE UNICHE PROPOSTE SERIE E CONCRETE PER UNA GESTIONE SOSTENIBILE ED ECONONOMICAMENTE VANTAGGIOSA DEL CICLO DEI RIFIUTI
Riceviamo dal Coordinamento dei Comitati della Piana FI-PO-PT e volentieri pubblichiamo:
CRESCONO I NO! AGLI INCENERITORI, e a tutta la filiera dell'incenerimento, CDR, Biomasse ecc; CRESCONO I SI ! ALLE ALTERNATIVE , RD spinte, recupero, riciclo, riuso ecc;
AUMENTA LA CONSAPEVOLEZZA CHE GLI INCENERITORI OLTRE AD ESSERE UNA MINACCIA PER LA SALUTE NOSTRA E DELLE GENERAZIONI FUTURE, SONO LA PUNTA DELL' ICEBERG DI MAFIE, CORRUZIONI, MALAFFARE, DERIVE AUTORITARIE......
LABORATORIO PER UN'ALTRA SAN CASCIANO-RIFONDAZIONE COMUNISTA ADERISCE ALLA MANIFESTAZIONE
APPELLO PER LA MANIFESTAZIONE REGIONALE di SABATO 22 MAGGIO a MONTALE-AGLIANA
NO AL CICLO INTEGRATO RIFIUTI-ENERGIA
CONTRO TUTTE LE NOCIVITA’ E LE DEVASTAZIONI DEL TERRITORIO
PER LA DIFESA DI BENI E LUOGHI COMUNI: SALUTE, ACQUA, ENERGIA, RIFIUTI, BIODIVERSITA’
Quale democrazia? Partiti e cittadini nei servizi di pubblica utilità
La
gestione di tali servizi è complessa e viene perciò realizzata con
organismi che risultano praticamente inaccessibili al controllo
democratico dei cittadini. Possiamo pensare a forme in cui sia
garantita la partecipazione ed il controllo democratici? In cui la
gestione economica sia solida ed al tempo stesso garantisca servizi di
buona qualità per tutti? In cui si sia in grado di fare una
programmazione sostenibile per il futuro? Con quali nuove modalità di
gestione si possono recuperare trasparenza e credibilità?
Lunedì 10 Maggio 2010, ore 21
c/o biblioteca comunale di San Casciano Val di Pesa
Intervengono: G. Citroni, Università della Calabria F. Gesualdi, Centro Nuovo Modello di Sviluppo
iniziativa promossa da Laboratorio per un'altra San Casciano
OBIETTIVO ZERO: GIORNATA EVENTO PER UN NUOVO EQUILIBRIO SOSTENIBILE
Il 15 maggio 2010 l'area Viper Theatre ospiterà Obiettivo Zero, un evento che raccoglie realtà, proposte ed esperienze che vedono nello "zero" un punto di equilibrio positivo cui tendere per risolvere i problemi della contemporaneità.
Rifiuti Zero, Km Zero, Zero Digital Divide, Crescita Zero, Profitto Zero, sono i temi di questa giornata evento che tramite esperienza, intrattenimento e informazione coinvolgerà i partecipanti in una riflessione comune sui temi della sostenibilità ambientale e sociale.
Percorso Esperienziale "Ti mancano le uova?" - virtuale e reale si incontrano in questo percorso d'esperienza su ciò che succede quando "ci mancano le uova" per una cena. Un modo divertente per prendere coscienza di tutte le scelte che effettuiamo in un semplice episodio quotidiano di acquisto, consumo e destinazione nella spazzatura di ciò che ci rimane.
Banchi delle 4R - Riciclo, Riuso, Riduco e Recupero esplicitati da chi ne é la rappresentazione concreta: Giovanni Erbabianca, Laboratorio del sapone di Marinella Vallauri, Usato Bene, Tomaui e Integra.