mercoledì 29 giugno 2011

Acqua, gas, rifiuti in borsa. Ecco come ripubblicizza il sindaco Renzi. Referendum tradito.

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Acqua, gas, rifiuti e (forse) anche latte e trasporti. Questo il profilo di ‘Firenze Holding’, la super-societa’ che, nelle intenzioni del sindaco Matteo Renzi, nell’arco di sei mesi inglobera’ le partecipazioni di Palazzo Vecchio nelle societa’ che gestiscono servizi pubblici con l’obiettivo poi di presentarsi al mercato azionario. ”Entro l’anno – ha annunciato Renzi lunedi’ scorso in consiglio comunale – vogliamo creare una sola societa’, che si chiamera’ ‘Firenze Holding’, a cui conferire le partecipazioni delle varie aziende e che abbia la funzione di regia strategica”. La holding, ha precisato, parlando con i giornalisti dopo il suo intervento, ”avra’ un piano industriale e decidera’ cosa e come portare all’attenzione del mercato”. Al momento Renzi non e’ entrato nello specifico del progetto. Nel perimetro della holding pero’, si apprende da fonti di Palazzo Vecchio, entrera’ sicuramente Publiacqua (presidente Erasmo D’Angelis), che fino al 2021 ha la concessione per la gestione del servizio idrico integrato dell’Ambito Territoriale Ottimale 3 Medio Valdarno che interessa 4 province (Firenze, Prato, Pistoia e Arezzo). Nei 49 Comuni serviti abita un terzo della popolazione regionale (circa 1.277.000 abitanti) e sono localizzate le principali attivita’ economiche della Toscana. Publiacqua e’ per il 60% in mano a soci pubblici (il Comune di Firenze e’ al 21,67%, secondo socio dietro a Consiag 24,9%) e per il 40% ai privati raccolti in Acque Blu Fiorentine, che al suo interno ha Acea (68,99%), Suez Environnement (22,83), Mps (8). Uno dei compiti della Holding sara’ proprio il riacquisto del 40% dai privati. Un’operazione che potrebbe costare circa 100 milioni. Le risorse, lo ha ammesso lo stesso Renzi, potrebbero venire dalla vendita totale o parziale della Mukki, la Centrale del latte di Firenze, per cui gia’ in passato c’erano stati rumors su interessamenti da parte di soggetti come Parmalat. Mukki (presidente Lorenzo Marchionni) e’ controllata per il 42,8% dal Comune di Firenze, per il 23,8% da FidiToscana, la finanziaria della Regione, per il 18,416% dal Comune di Pistoia, per l’8% dalla Camera di Commercio di Firenze, per il 6,7% da Provincia, Comune di Livorno e dell’area Livornese. Cassa di risparmio di Firenze e Bnl detengono entrambe lo 0,003%. Di Firenze Holding fara’ parte anche Quadrifoglio (presidente Giorgio Moretti) l’azienda a capitale pubblico di servizi ambientali che opera sul territorio comunale di Firenze e di altri 11 comuni dell’area. Tra l’altro domani sono attese l’offerte per il nuovo termovalorizzatore dell’area fiorentina. Sara’ conferita la partecipazione in Toscana Energia (frutto della fusione di Fiorentinagas e Toscana Gas), il quinto operatore nel settore della distribuzione del gas a livello nazionale. Presieduta da Lorenzo Becattini, vede oltre 90 Comuni detenere il 51,28% (Palazzo Vecchio ha in mano il 20,6%) e Italgas (gruppo Eni) il 48,13%. Gestisce la rete di distribuzione di metano in 106 comuni con 1 miliardo e 100 milioni di metri cubi di gas vettoriato annualmente, un fatturato nel 2010 di 108,54 mln di euro (+24%) e un utile netto di 32 mln di euro (+ 51%). Da vedere se nella holding entrera’ anche la quota detenuta nell’aeroporto Vespucci (2,184% conferito al patto di sindacato che riunisce i soggetti pubblici) mentre da tempo Renzi ha il progetto di ristrutturare e semplificare tutte le aziende che si occupano di trasporto pubblico e strade. Sul primo fronte ci sono Ataf, per cui e’ in corso l’iter per la cessione a privati di una quota di minoranza (a breve e’ atteso il rapporto degli advisor), e Li.nea. Sul secondo c’e’ una ‘galassia’ che comprende Firenze Parcheggi, Sas e anche Silfi, la societa’ dell’illuminazione pubblica. Se e come faranno parte di ‘Firenze Holding’ e’ ancora da vedere. Per quanto riguarda la borsa, le strade potrebbero essere due: la quotazione della stessa Holding o di parte delle singole societa’ sottostanti. Su questo il ‘nodo’ non e’ stato ancora sciolto e una decisione derivera’ anche dalle opportunita’ del momento e dal mercato. Fonte Asca

martedì 14 giugno 2011

SAFI SMANTELLA IL GASSIFICATORE DI TESTI: OLTRE ALLO SPRECO DI RISORSE SI PENSA GIA' AL NUOVO INCENERITORE?

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Operazione a sorpresa di Safi Spa: la società ha pubblicato un'indagine esplorativa di mercato per la ricerca di operatori economici per la “decommissioning” del gassificatore. In pratica sembra proprio che l'impianto verrà dismesso e smantellato.
Il gassificatore di Testi ha determinato costi di diverse decine di milioni di euro. Sotto il profilo economico possiamo dire che rappresenta un caso emblematico di spreco di denaro pubblico, sia negli anni di attività che negli anni successivi di “stand-by”, e evidente incapacità di gestire impianti complessi con alto impatto negativo sulla salute dei cittadini e sull'ambiente. Praticamente non ha mai funzionato. Nel 2001 è stato definitivamente fermato ma è sempre stato considerato un impianto essenziale dalle amministrazioni partecipate di Safi al punto che i costi di manutenzione, oltre 3 milioni di euro, sono stati riconosciuti dai Comuni al gestore al momento del conferimento alla Spa della proprietà degli impianti di trattamento e smaltimento rifiuti , quindi ancora notevoli risorse pubbliche investite sul gassificatore.
Il valore dell'impianto , stimato in 1.831.000 euro, è stato ampiamente sottolineato sia nel procedimento di cessione da parte dei Comuni degli impianti di Testi e Sibille a Safi, sia nel procedimento di fusione Safi Spa-Quadrifoglio Spa; di più, tali atti hanno previsto l'utilizzo e la riattivazione degli attuali macchinari. E adesso, invece, si procede a “rottamare” il tutto?
Ci chiediamo allora come sono state amministrate le risorse pubbliche e se l'obiettivo vero, una volta raggiunta la fusione societaria tra Safi e Quadrifoglio, non sia quello di disfarsi di macchinari che realmente sono obsoleti e ormai inutilizzabili per far posto al nuovo inceneritore, vero grande interesse della nuova Spa.
Su questi temi Laboratorio per un'altra San Casciano-Rifondazione Comunista presenta una domanda di attualità al prossimo consiglio comunale di San Casciano Val di Pesa.
A parer nostro questa vicenda rappresenta in modo emblematico come le scelte strategiche del gestore e dei Comuni partecipati di Safi non abbiano rappresentato l'interesse della collettività: come si giustifica lo sperpero di risorse nel corso di tanti anni? E, per il futuro, proprio in vista della discussione sul nuovo piano interprovinciale per la gestione dei rifiuti che pare sarà presentato a breve, perché le Amministrazioni del Chianti non voltano davvero pagina e propongono una diversa strategia per la gestione dei rifiuti? Esiste un ampio movimento che da vari anni richiede con precise proposte un cambiamento di rotta nella gestione dei rifiuti; adesso a livello politico provinciale si aprono prospettive interessanti; l'Amministrazione di Greve sta facendo proposte sulle quali sarebbe doveroso aprire un confronto.
L'incenerimento dei rifiuti è ormai una tecnica superata, oltre che insicura e insalubre, ovunque la si voglia praticare; le alternative concrete sono a disposizione, basta la volontà di fare scelte innovative. Ci rivolgiamo in particolare al Sindaco di San Casciano: perché arroccarsi su posizioni di retroguardia, invece di promuovere una pianificazione della gestione dei rifiuti fondata sulle pratiche della riduzione, del riuso, del riciclo, utilizzando la raccolta differenziata porta a porta su area vasta, e scegliere di destinare a queste priorità le ingenti risorse che sarebbero nccessarie per la realizzazione e la gestione di un inceneritore? Pensiamo che un'amministrazione attiva e lungimirante si dovrebbe riconoscere in queste scelte che a nostro modo di vedere sono le uniche che realmente tutelano il benessere della collettività e promuovono una gestione sostenibile del territorio e delle risorse.

martedì 12 aprile 2011

Rifiuti, Rifondazione contro la fusione Safi-Quadrifoglio

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La Nazione, 6 aprile 2011

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lunedì 4 aprile 2011

Safi, a sinistra la fusione non piace

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Il Nuovo Corriere di Firenze, 31 marzo 2011
Per i consiglieri comunali Bensi e Carlesi servono iniziative concrete per ridurre la produzione
Da Bagno a Ripoli a S.Casciano le critiche di Rc: "Non si fa l'interesse dei cittadini"


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giovedì 31 marzo 2011

Fusione Safi Quadrifoglio: operazione nell'interesse dei cittadini o della società per azioni? Il nostro comunicato stampa

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COMUNICATO STAMPA
La fusione societaria Safi Quadriglio ci viene presentata come la  soluzione per la gestione dei rifiuti nella provincia di Firenze. A nostro giudizio le cose non stanno così.
Le Amministrazioni locali da tempo hanno rinunciato a svolgere un ruolo diretto nella gestione dei servizi pubblici essenziali, lasciando la gestione dei rifiuti, acqua e trasporti a società per azioni e ricoprendo  un duplice e contraddittorio  ruolo di controllori, come amministrazioni pubbliche, e controllati come azionisti.
Il governo dell'impresa è stato assunto come modello di gestione dei servizi, quindi è prevalso l'obiettivo, legittimo per società di diritto privato, del profitto che, gioco forza, viene caricato sulle tariffe, cioè sulle tasche dei cittadini. Non c'è più spazio né funzione per i beni comuni pubblici.
Le politiche perseguite ormai da anni di aziendalizzazione e privatizzazione dei servizi locali di pubblica utilità non hanno mantenuto le promesse fatte di efficienza e risparmio: i servizi non migliorano, non abbiamo maggiore efficienza e le tariffe  aumentano in modo consistente: Publiacqua Spa., già privatizzata al 40%, in tal senso insegna. 
Pensiamo che la  fusione Safi-Quadrifoglio relegherà ancor di più le amministrazioni del Chianti  a un ruolo marginale nella gestione del servizio (il comune di Firenze detiene oltre l'80% delle quote azionarie), il controllo e la trasparenza saranno ancora più problematici e incerti, i cittadini meno tutelati.
La nuova Spa è solo l'inizio del cambiamento: presto avremo ulteriori  concentrazioni societarie finalizzate alla creazione di un gestore unico dei rifiuti per le province di Firenze Prato e Pistoia e andremo a grandi passi verso la privatizzazione almeno al 40% in vista delle gare per l'appalto della costruzione degli inceneritori (per l'impianto della Piana le grandi holding Hera e Veolia si sono già candidate).
La società avrà come obiettivo prioritario la costruzione degli impianti di incenerimento, vero e unico interesse economico di tutta l'operazione. Se l'inceneritore di Testi non fosse realizzato, i comuni del Chianti dovranno rispondere economicamente del mancato realizzo: un atto di pressione fortissimo  perché le nostre comunità accettino la costruzione dell'inceneritore di Testi. 
Sono scelte deleterie per i cittadini e per il territorio.  La futura Spa avrà grande interesse a costruire l'inceneritore. Crediamo che l'interesse della collettività, dell'ambiente e della salute, beni comuni per eccellenza, stia da un'altra parte: politiche concrete per la riduzione dei rifiuti, riuso,  riciclo e recupero dei materiali, pianificazione di area del servizio di raccolta porta a porta con tariffazione puntuale. Per queste scelte noi continueremo ad impegnarci; scelte prioritarie che sono state adottate da un numero sempre più esteso di Comuni (Capannori, Montespertoli, etc.), dimostrandone così i vantaggi in termini economici, ambientali e occupazionali.
La realtà è che queste società sono sempre più distanti dai territori, sempre più attente  al profitto e alla creazioni di posizioni di potere per i politici, sempre meno finalizzate a rappresentare l'interesse della collettività. 
Ci dovremmo invece orientare verso modelli innovativi di “pubblico partecipato”, recuperando la centralità del soggetto pubblico in questioni centrali per la vita e il benessere delle popolazioni.



 

San Casciano Val di Pesa • Gruppo consiliare Laboratorio per un’Altra San Casciano - Rifondazione Comunisti Italiani