lunedì 10 ottobre 2011

Gli Etruschi e la CGIL

Eugenio Tassini, Corriere Fiorentino, 10.10.2011

Uno stupito Alessio Gramolati si domanda sull’edizione fiorentina di La Repubblica di ieri come sia possibile di questi tempi (fabbriche che chiudono, operai in cassa integrazione, economia che stenta, investimenti che non arrivano) perder tempo a discutere di quattro cocci etruschi e romani trovati in mezzo al campo dove la Laika (d’accordo il Comune di San Casciano), vorrebbe costruire il suo nuovo stabilmento. Si perde inutilmente tempo (dieci anni) e si rischia di far perdere la pazienza ai manager e ai padroni della multinazionale tedesca. Fin qui Gramolati potrebbe anche aver ragione.

Sicuramente l’aveva un tempo, quando la sensibilità e l’attenzione per il consumo del nostro territorio era un valore meno importante di altri. Però poi, proprio alla fine, il segretario della Cgil si lascia un pò andare. E dopo aver scritto che non ha nulla contro gli etruschi (e ci mancherebbe altro), «popolo gaudente e laborioso», sostiene che il ritardo nella costruzione della fabbrica di camper è colpa di quelli che vedono la Toscana «unicamente come terra di buon ritiro, e non regione dove investire». Insomma quelli coi golfini di cashmere e il rustico ristrutturato in collina. Che sarebbbero poi gli stessi che non vogliono la Tirrenica costruita sull’Aurelia che taglia in due la Maremma, il rigassificatore a Rosignano davanti ai bagni, i campi «coltivati» a pannelli solari, il resort al parco di Rimigliano, i tralicci di Terna sulle colline del Valdarno, le pale eoliche davanti a Viareggio. Oppure che si fermano alle Cascine un momento a guardare quanto è brutta la scatola grigia del Nuovo Maggio.

La questione è più drammatica della contrarietà di quattro vecchietti ricchi in collina che non vedono più bene il tramonto. E purtroppo per Gramolati coinvolge tutti noi, anche se non abbiamo cashmere e villette, e neanche tramonti. Però abbiamo scoperto la bellezza, e che anche questa è una risorsa. Una volta era semplice: se un grande imprenditore voleva investire gli davi quello che voleva, consumavi (a volte sciupavi) la tua terra (anche per sempre), ma avevi lavoro. Oggi sono cambiati la nostra sensibilità, attenzione, sistema di valori.

La Solvay si è inventata Rosignano, e ha dato di che vivere a migliaia di persone. Ma oggi nessuno si sognerebbe di consegnare un pezzo di costa e di bellezza e di spiagge a una fabbrica anche se importante. Così siamo tutti stretti fra la necessità di lavorare (e pensare a uno sviluppo industriale) e l’urgenza di conservare quel che ci resta di bellezza, di storia, di cultura, di Toscana insomma.

In realtà, e qui sta l’errore di Gramolati, in entrambi i casi si pensa al futuro. E la soluzione non è scegliere fra Laika e etruschi, ma scegliere Laika e etruschi.
 

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