lunedì 29 giugno 2009

NON CI SONO SOLO GLI ECOMOSTRI

Ecco il testo del comunicato stampa che abbiamo inviato a Metropoli a proposito del progetto di casa famiglia a Montepaldi.

NON CI SONO SOLO GLI ECOMOSTRI 

Nel suo editoriale pubblicato sul numero di venerdì 19 giugno della rivista lei ascrive a un corto circuito del sistema di partecipazione e di informazione dei cittadini la protesta di una lettrice che, in una lettera pubblicata nella settimana precedente, si mostrava preoccupata per la nuova edificazione di una CASA FAMIGLIA a Montepaldi.


Concordiamo con lei sia nel dire che questo intervento non è sicuramente definibile un “ecomostro” sia nel considerare assolutamente meritoria la finalità del progetto in questione.

Riteniamo però correttamente fondata e non frutto di disinformazione la questione posta dalla lettrice, che si domandava se l’amministrazione comunale avesse verificato la possibilità di realizzare tale progetto recuperando volumetrie o fabbricati esistenti. In realtà il Piano Strutturale appena votato dal consiglio comunale uscente è lì a testimoniare che la volontà della amministrazione di San Casciano è quella di proseguire il consumo di suolo, di edificare in maniera distribuita sul territorio, diffusa attorno ai centri esistenti (ma con alcune eccezioni che consentono di edificare ex novo anche in territorio aperto collinare), nuove abitazioni, nuovi capannoni, nuovi negozi, nuovi edifici per il turismo.

Vogliamo prendere spunto da questa vicenda per fare un ragionamento di tipo generale: al di fuori di alcune operazioni “visibili”, per lo più lascito del passato (quali la variante LAIKA e l’area ANTINORI al Bardella) prevediamo che questa edificazione non sarà costituita da grandi opere, da condomini di 10 piani o da brutture talmente imponenti da suscitare riprovazione unanime.

Allora qui è il dilemma: come rispondere alle esigenze, giuste e fondate, di servizi pubblici o sociali, di aree per attività comuni, ma anche di nuove abitazioni per le esigenze della popolazione già esistente e di fasce deboli di società, così come di volumetrie al servizio delle imprese e delle attività produttive sia agricole, sia artigianali sia industriali?

Noi abbiamo indicato una strada, che è quella di far aderire il comune di San Casciano al movimento delle amministrazioni locali virtuose che hanno scelto la CRESCITA ZERO del consumo di suolo (chi vuole informarsi cerchi www.stopalconsumoditerritorio.it) Sono diverse le amministrazioni che hanno già aderito, al nord come al centro, a dimostrazione della praticabilità di questa strada in un paese come il nostro dove ovunque sono presenti case vuote, edifici dimessi, capannoni chiusi.

Questa scelta comporta in primo luogo il non dare per scontato che le volumetrie esistenti (ex agricole o ex produttive) debbano per forza essere consegnate alla speculazione immobiliare volta al mercato della residenza provinciale o internazionale, che trasforma gradualmente il nostro territorio in una sorta di Disneyland rurale sfondo per le ville che sostituiscono cascinali e fienili.

Ma comporta anche che tutti gli interventi edificatori, sia pur per pubblica utilità, siano orientati verso il RECUPERO di volumetrie esistenti o verso operazioni di COMPENSAZIONE (per cui si costruisce se da qualche altra parte si fa demolire una equivalente quantità,in modo che la somma di consumo di suolo torni comunque zero).

Questa è la strada per una vera sostenibilità, a nostro avviso non c’è possibilità di uscire dalla crisi ambientale ed economica attuale perpetuando modelli basati sulla CRESCITA infinita del consumo di risorse, e nel piccolo del nostro comune dobbiamo scegliere se imboccare con coerenza la strada di un cambiamento oggi possibile e necessario. Altrimenti ci vedremo proporre non uno ma mille piccoli interventi edilizi, tutti “sostenibili”, per carità, tutti di piccole dimensioni, tutti esteticamente gradevoli e “inseriti nel paesaggio” ed il risultato finale sarà però un aumento delle strade, del carico di traffico, del consumo di acqua e di suolo agricolo.

Ci consenta poi di dire che non pensiamo proprio di rappresentare un punto di vista “egoistico” nell’opporci alla cementificazione del territorio aperto e alla alterazione di BENI COMUNI, visto che questi sono spesso attaccati da potenti interessi speculativi PRIVATI: piuttosto, grandi interventi edificatori giustificati in passato con “l’interesse pubblico” si sono rivelati regali cospicui a società private che hanno lucrato sui valori immobiliari come dimostrano tra gli altri la vicenda Stianti e quella della Laika.

Vogliamo infine recepire l’invito al dialogo e all’incontro che Paolo Salvini, presidente dell’Associazione “Per Crescere Insieme” ha espresso nel suo intervento su Metropoli della scorsa settimana; condividiamo la volontà di trovare un comune terreno di confronto e, speriamo, di condivisione. A nostro parere l’Amministrazione di San Casciano avrebbe potuto fare molto per trovare una soluzione alle esigenze, giuste e da noi condivise, dell’Associazione, soddisfacente e non invasiva del territorio; ancora oggi sono possibili valide alternative, ad esempio l’occasione potrebbe essere quella di sfruttare le volumetrie previste in località Bardella al posto delle cantine Antinori: invece di prevedere centri commerciali e altre iniziative di carattere speculativo, lì potrebbe trovare una giusta collocazione proprio la casa-famiglia, ma anche la casa di riposo prevista sulla via Empolese, di cui ancora non vediamo l’inizio. Proviamo a pensarci.

Con cordialità



Lucia Carlesi

Laboratorio per un’altra San Casciano/Rifondazione Comunista-PdCI



29 giugno 2009
 

San Casciano Val di Pesa • Gruppo consiliare Laboratorio per un’Altra San Casciano - Rifondazione Comunisti Italiani