martedì 27 ottobre 2009

Il dramma della guerra



AFGHANISTAN: E’ VERA GUERRA, OCCORRE RITIRARE I MILITARI ITALIANI, RIAFFERMARE IL PRIMATO DELLA POLITICA E DELLA DIPLOMAZIA SULL’USO DELLE ARMI, AVVIARE UN VERO PROCESSO DI PACIFICAZIONE PER ASSICURARE AL POPOLO AFGANO LIBERTA’, SICUREZZA E RISPETTO DEI DIRITTI CIVILI.

Su questi temi il Gruppo Laboratorio per un’altra San Casciano-Rifondazione Comunista presenterà una mozione al prossimo Consiglio Comunale
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Pensiamo che sia necessario riflettere sulla tragica situazione afgana. E riteniamo importante che il Consiglio comunale discuta e prenda posizione su un tema così rilevante della politica nazionale e internazionale.
Otto anni di occupazione da parte delle truppe Nato non hanno prodotto risultati apprezzabili nella guerra al terrorismo; la situazione sociale e politica dell’Afghanistan si è aggravata: la violenza e i morti aumentano, le donne vengono ancora schiavizzate, il traffico di eroina cresce, l’instabilità è cronica e diffusa.

L’idea di instaurare con le armi la democrazia e i diritti civili è risultata fallimentare, rivelandosi ogni giorno sempre più velleitaria e inconsistente, com’è dimostrato dalle recenti elezioni presidenziali -al primo turno si sono verificate molte situazioni di brogli, come accertato dall’inchiesta della Commissione elettorale locale-, nonché dalla condizione della popolazione ed in particolare delle donne, tuttora sottoposte ad un duro regime di negazione dei loro diritti ed a gravi ritorsioni, fino all’uccisione, qualora si battano per ottenerli.
L’attuale strategia risulta sempre più ingovernabile, è continua fonte di lutti e di distruzioni, sia per le popolazioni civili che per le forze militari sottoposte a continui attentati terroristici come quello del 17 settembre 2009 a Kabul nel quale sono rimasti uccisi sei militari italiani e sedici civili afgani.
Occorre il ritiro immediato dei militari italiani presenti in Afghanistan allo scopo di sottrarli ai pericoli per la loro incolumità e le loro vite derivanti da una situazione incontrollabile, priva di soluzioni e che finora non è riuscita ad assicurare al popolo afgano condizioni accettabili di pace, di civile convivenza e di rispetto per i diritti civili.
E’ necessario che il nostro Paese diventi un soggetto attivo nella politica internazionale esprimendo una volontà incondizionata di pace ed un assoluto ripudio della guerra, affermando il primato della politica e della diplomazia sull’uso delle armi, come indicato dall’articolo 11 della Costituzione Italiana.
Si deve porre fine all’occupazione militare della Nato, si convochi una Conferenza di Pace che coinvolga la comunità internazionale e tutti i soggetti politici e sociali presenti nel paese asiatico e si ricerchi, attraverso il dialogo e il confronto, una soluzione negoziata e condivisa, capace di assicurare durevolmente al popolo afgano pace, libertà, sicurezza e rispetto dei diritti civili.
Per noi il necessario ritiro delle truppe dall’Afghanistan deve essere accompagnato da una seria riconversione civile della presenza militare, che sostenga la società civile afgana.
E’ auspicabile che L’Italia si doti di uno strumento civile di intervento nei luoghi del conflitto (ad esempio l’0rganizzazione di Forze Nonviolente di Interposizione o Corpi Civili di Pace) che costituisca un'alternativa agli strumenti di intervento militare e si faccia promotrice del suo uso in ambito internazionale, per dare una svolta davvero 'di pace' alla presenza internazionale nel paese e per far sì che istituzioni nazionali ed internazionali agiscano anche loro per la progressiva rottura del circolo vizioso della guerra.
 

San Casciano Val di Pesa • Gruppo consiliare Laboratorio per un’Altra San Casciano - Rifondazione Comunisti Italiani