mercoledì 29 settembre 2010

Torre dell'acqua a San pancrazio, come trasformarla in una palazzina di quattro piani, terrazzi e servizi inclusi, un vero "attico con vista": la delibera di adozione della variante in discussione al Consiglio Comunale di San Casciano del 30 settembre


San Pancrazio:
un Piano di Recupero che non recupera.
Ovvero come far sbucare una palazzina di quattro piani dove non si dovrebbe...

Nell’attesa del Regolamento Urbanistico, l’amministrazione di San Casciano procede di variante in variante, con la conseguenza che invece di avere regole chiare e uguali per tutti, si producono provvedimenti “ad personam”.

La TORRE dismessa DELL’ACQUEDOTTO a San Pancrazio è stata messa in vendita dal Comune e assoggettata a suo tempo ad un PIANO DI RECUPERO così disciplinato nelle Norme Tecniche di Attuazione (NTA) all’articolo 12: “Trattasi del manufatto che conteneva il deposito dell’acquedotto, adesso non più utilizzato. Al fine di consentirne il recupero e di assicurare il suo corretto inserimento nel contesto, sull’immobile sono consentiti interventi fino alla demolizione e ricostruzione in altra posizione, senza incremento di volume, previa approvazione di un piano di recupero”.

La società che ha acquistato la Torre sapeva dunque che queste erano le condizioni: o recuperare il manufatto tal quale, o demolirlo per riusare quel volume per costruire altro edificio residenziale.
Invece la società ha presentato al Comune un Piano di Recupero che “appiccica” al volume della torre un blocco di bagni, uno di terrazzi, una scala esterna: nei fatti si trasforma la torre dell’acqua in una palazzina di quattro piani e 15 metri di altezza, in bella vista vicino alla Pieve di San Pancrazio.

Per superare l’inconveniente del Piano Regolatore il privato propone direttamente al Comune di cambiare l’articolo 12 in questo modo: “... Al fine di consentirne il recupero mantenendo la sua tipologia storica, sono consentiti tutti gli interventi previsti nella ristrutturazione edilizia, compresi lo svuotamento dell’involucro edilizio e le addizioni funzionali su ogni unità immobiliare derivata dalla ristrutturazione. Sono altresì consentiti sull’immobile, previa approvazione di un Piano di Recupero, interventi fino alla demolizione e ricostruzione in altra posizione, senza incremento di volume”.

Il tutto per mettere sul mercato due appartamenti “con vista”, guadagnando 60 mc rispetto a quelli messi in vendita dal Comune (e se un altro acquirente fosse stato interessato alle nuove condizioni? Siamo sicuri che sia tutto in regola, a cominciare dalla vendita dell’immobile?).

In questo modo si otterrebbe un altro vantaggio, quello di mantenere un’altezza (15 m) che è maggiore di quella delle abitazioni prossime, cosa che secondo gli indirizzi del Piano Strutturale vigente (art.24) non sarebbe possibile per i nuovi interventi nelle frazioni che dovranno essere localizzati “… in forme compatibili con le caratteristiche del paesaggio e la morfologia dei luoghi”. Nel progetto si dichiara inoltre che si intende mantenere la tipologia storica della torre, ma in realtà la si trasforma completamente, e se ne raddoppia quasi la superficie (e l’ingombro visivo nel paesaggio).

Noi NON VEDIAMO l’INTERESSE PUBBLICO a consentire un pasticcio che incrementa l’impatto visuale nel paesaggio della torre, crea un precedente pericoloso per cui si possono “recuperare” edifici snaturandone e ampliandone sagome e volumi, peggiora la situazione della frazione di San Pancrazio già compromessa dal nuovo parcheggio e dalla presenza di capannoni incongrui. Perciò ci auguriamo che in Consiglio Comunale non si avalli questa ipotesi, e si inviti piuttosto la società proponente ad adeguarsi alle norme vigenti.
 

San Casciano Val di Pesa • Gruppo consiliare Laboratorio per un’Altra San Casciano - Rifondazione Comunisti Italiani