venerdì 30 settembre 2011

Comunicato stampa delle associazioni ambientaliste

20 settembre 2011

Ieri sera a San Casciano, in un consiglio comunale teso e “blindato”, i gruppi consiliari (sia di destra sia di sinistra) hanno rigettato la mozione della consigliera di opposizione Lucia Carlesi, che chiedeva con solidi argomenti tecnici, scientifici, legali ed economici di fermare la procedura di rimozione dei reperti archeologici a Ponterotto, con ciò rappresentando il sentire non solo delle associazioni ambientaliste e di chi ha a cuore la tutela dei beni culturali, ma anche di quella grande parte di opinione pubblica che vuole una economia sostenibile e rispettosa dei beni comuni.

La delibera di giunta appare irregolare sotto molti punti di vista, al limite dellla nullità: si mette a carico delle casse comunali una grande quantità di lavori finalizzati al “trasloco” dei reperti, ma non si dice quanto questo costerà ai cittadini (il computo senza cifre allegato alla convenzione enumera opere che da un calcolo sommario da noi fatto su una decina di voci sicuramente supera i 100.000 euro), non si spiega da quali capitoli di spesa verranno prese le risorse e soprattutto non si spiega bene quale interesse pubblico esista nel pagare i tecnici che sovrintendono (in una proprietà privata) alla documentazione e alla organizzazione dei lavori di demolizione di un sito archeologico. Di più, tutto questo appare corredato di un documento di regolarità contabile che non si capisce a cosa si riferisca, visto che non c’è una sola cifra dichiarata.

Con quella delibera di fatto la giunta di San Casciano autorizza un tecnico di servizio a prendere accordi economici per non si capisce quali importi.

Con una dichiarazione incredibile il sindaco Pescini ha affermato in consiglio che le cifre saranno messe dopo che privati e enti sovraordinati avranno firmato l’accordo: in tal modo il Comune (ed i cittadini) si troverebbe a dover far fronte a spese addirittura pluriennali non si capisce da chi decise, in una logica di esproprio del Consiglio comunale (unica istituzione a ciò abilitata dalla legge).
Ma di tutto questo ieri sera non si è discusso.

Come non si è discusso nel merito delle argomentate critiche che archeologi di rilevanza nazionale hanno indirizzato all’intervento (per ultimo Salvatore Settis), ridicolizzati al punto che alcuni consiglieri hanno strappato applausi dichiarando che se fossero stati loro sulle ruspe “quelle pietre” le avrebbero direttamente spazzate via…

Il consiglio comunale è stata una rassegna di interventi platealmente demagogici tesi a ridicolizzare la rilevanza dell’ambiente, dei beni culturali , del paesaggio, di una agricoltura sostenibile, messi in antagonismo CON IL LAVORO:  quel capannone sembra il futuro del Chianti, e nessuno si accorge che LAIKA  vive la pesante crisi mondiale ed europea della camperistica, ha ridotto i propri fatturati AL DI SOTTO DI QUELLI DI 10 anni or sono (secondo quanto dichiarato ieri sera dagli stessi lavoratori), e non ha nessun bisogno oggi di quelle superfici che sono IL TRIPLO DI QUANTO OGGI è realmente in produzione. Gli ambientalisti sono stati addirittura accusati di aver provocato loro un ritardo di 10 anni nella costruzione dello stabilimento con le loro critiche, ritardo dovuto ai pasticciati percorsi individuati per regolarizzare la trasformazione di terreni agricoli individuati e acquistati fuori da ogni pianificazione con la promessa di futura edificabilità.

Dispiace che i lavoratori LAIKA massicciamente presenti e organizzati in platea abbiano creduto alla demagogia di chi trasforma gli  affari immobiliari della Hymer in garanzie sicure di lavoro, come fu a suo tempo per i dipendenti della STIANTI  (che ottenne un enorme volumetria nel centro di San Casciano sotto il ricatto della occupazione, salvo poi mandare a casa i propri dipendenti una volta realizzato  l’affare). A suo tempo fu chiesto da chi si opponeva al progetto che almeno i lavoratori fossero tutelati con una clausola di convenzione che vincolasse la Hymer a mantenere i livelli occupazionali ATTUALI pena la decadenza della concessione dei volumi aggiuntivi, ma quella richiesta fu bocciata dalla Amministrazione comunale (che oggi si presenta a paladina del lavoro) come vessatoria della libertà di impresa.

Crediamo che lo stabilimento Laika sarebbe stato  già realizzato da anni in maniera rispettosa dell’ambiente, dando risposte concrete e non demagogiche alle esigenze dei lavoratori, se per 11 anni l’amministrazione comunale e la Hymer non avessero  perseguito con forzature e procedure ad hoc quella localizzazione.

Crediamo che difendere i beni comuni, tra i quali sono anche il paesaggio e i beni archeologici e culturali, sia invece la vera garanzia di un futuro e di un lavoro per i nostri figli, e continueremo a farlo opponendoci ad un atto che appare oltre che sbagliato anche palesemente viziato da irregolarità.


LEGAMBIENTE circolo IL PASSIGNANO
WWF Firenze
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San Casciano Val di Pesa • Gruppo consiliare Laboratorio per un’Altra San Casciano - Rifondazione Comunisti Italiani