sabato 10 settembre 2011

Rimozione dell'area archeologica a San Casciano: si mobilitano le associazioni ambientaliste

QUANTO VALGONO DUEMILA ANNI DI STORIA?
Per consentire a LAIKA la realizzazione di un capannone si progetta lo spostamento in altra sede degli insediamenti etruschi e romani trovati negli scavi: una vera e propria “archeopatacca”!
COMUNICATO STAMPA
Da più di 10 anni il Comune di San Casciano persevera nella scelta di una localizzazione sbagliata e ad alto impatto ambientale e paesistico per il capannone richiesto dalla multinazionale Hymer, proprietaria di LAIKA caravan. Usando il ricatto occupazionale l’azienda ha ottenuto una variante ad hoc, su terreni agricoli acquisiti in un sito lontano dal distretto della camperistica, al di fuori di ogni pianificazione e neanche indagato con i necessari rilievi di archeologia preventiva. Dopo 7 anni dall’adozione della variante, non un mattone della fabbrica è stato posato, a dimostrazione di come si sarebbe potuto tranquillamente scegliere una localizzazione più adatta e di come l’“urgenza” imprenditoriale nascondesse solo un lucroso investimento immobiliare. Ad accrescere la miopia della scelta, durante gli scavi per il capannone emergono nell’anno 2010 importanti resti di un fabbricato etrusco e della pars rustica di una villa romana. Invece di valorizzare tali testimonianze storiche, imponendo al privato di adeguare l’intervento al mantenimento della stratificazione emersa durante gli scavi, l’amministrazione comunale fa propria l’istanza del privato di rimozione dei resti ed interviene, con proprie risorse, per rendere possibile la demolizione di muri e fondazioni e la loro ricostruzione a guisa di “finte rovine” lontano dal perimetro previsto del fabbricato industriale: una vera e propria “archeopatacca”! Le alternative c’erano: si poteva ipotizzare uno spostamento dei volumi o una loro riduzione, stante la banalità architettonica del manufatto (un parallelepipedo di metri 300 x 100 x 11m). Inoltre: LAIKA è un‘azienda in crisi che, dopo un periodo di crescita (nelle sedi della Sambuca), dal 2006 al 2010 ha perso mercato riducendo la produzione e soprattutto la forza lavoro impiegata. Il nuovo capannone non si giustifica quindi in nessun modo, visto che le stesse previsioni aziendali parlano per il futuro di limiti alla produzione dovuti alla crisi mondiale. Ma evidentemente l’interesse privato a realizzare tutta la volumetria concessionata vale più di duemila anni di storia. La traslazione di muri e fondazioni in mattoni e ciottoli non potrà che essere distruttiva e la demolizione dello scavo sicuramente toglierà alla ricerca scientifica la possibilità in futuro di analizzare un insediamento rurale importante per capire gli ordinamenti della campagna in epoca etrusco-romana. Non si tratta di edifici che possano eventualmente essere smontati e rimontati, ma di tracce e resti che hanno senso solo se rimangono nel proprio contesto. Che tutto questo si faccia non per realizzare un’opera di pubblico interesse (una tramvia, un centro sociale, un parco,…) ma semplicemente per venire incontro alle richieste di un investitore privato suscita perplessità e sconcerto. Da più di un anno, in segretezza, l’amministrazione comunale e la Hymer hanno percorso l’iter autorizzativo evitando ogni confronto pubblico e addirittura negando ogni visibilità e informativa sul caso (era dal giugno 2010, a pochi mesi dall’avvio dello scavo, che andava avanti il progetto). Facciamo perciò appello alla DIREZIONE REGIONALE PER I BENI CULTURALI E PAESAGGISTICI del Ministero per i beni culturali, alla Soprintendenza per i beni archeologici della Toscana, alla DIREZIONE REGIONALE (settore musei ed ecomusei) della REGIONE TOSCANA, perché non sia ratificato l’accordo per la rimozione delle strutture archeologiche. In particolare, facciamo appello agli assessorati regionali competenti perché sia possibile aprire un confronto tra gli esperti del settore in vista di un approfondimento scientifico sul sito archeologico, sospendendo temporaneamente ogni decisione. Rete dei Comitati per la difesa del territorio, ITALIA NOSTRA Firenze, WWF sezione di Firenze, Legambiente TOSCANA, WWF Toscana
 

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